Cultura e spettacoli

Zerocalcare: “Il mio impegno? Se è un problema, pazienza”

Intervista al fumettista che con la sua ultima opera, “Quando muori resta a me”, va alla scoperta del rapporto con il padre e dei misteri di famiglia

  • 10 maggio, 05:48
  • 10 maggio, 15:04

Intervista a Zerocalcare

Telegiornale 09.05.2024, 20:00

Di: TG/RSI Info

Lui è Zerocalcare. E poi c’è la sua coscienza, che sui fumetti ha le sembianze di un armadillo. Poi c’è la mamma, chioccia, mentre invece finora nei suoi racconti raramente si vedeva la figura del padre. Ora è arrivato il momento.

“Provo a raccontare questo rapporto, che è un rapporto in cui sostanzialmente non vengono mai verbalizzate le emozioni”, spiega alla RSI Michele Rech, questo il vero nome del fumettista italiano, nato 40 anni fa ad Arezzo e cresciuto prima in Francia e poi a Roma. In questa trasposizione grafica del rapporto tra genitore e figlio, “spesso - sottolinea - ci sono dei grandi silenzi”.

Il titolo del nuovo volume è “Quando muori resta a me”. Da qui sorge spontaneo chiedergli cosa rimarrà a Zerocalcare del papà?

“Tutto - risponde - nel senso che mio padre acquista continuamente cianfrusaglie di ogni genere. Dicendomi tutto contento che poi quando muore queste cose rimangono a me. Dalle piante grasse alle collezioni di auto. Ciò che rimane (oltre naturalmente a quanto resta tra ogni padre e ogni figlio, come affetti, ricordi) in realtà poi in questo libro è anche una storia di famiglia fatta di misteri e vicende efferate nelle generazioni passate. Cose che non mi erano mai state trasmesse e che ho scoperto pian piano”.

Zerocalcare è noto anche per il suo impegno sociale e politico. In Kurdistan, con il fumetto Kobane Calling e No sleep till Shengal, e recentemente in Ungheria, per seguire il processo all’attivista italiana Ilaria Salis. Fra i pochi artisti italiani a prendere posizione.

“Non ritengo di avere una scelta - dice l’artista -. Prima del mio lavoro, io sono una persona che è cresciuta in questi luoghi, nel mondo degli spazi occupati e dei centri sociali. Quindi il mio rapporto è quello con le persone della mia vita. Non è che io faccio un ragionamento, per me questo è. Il giorno in cui questo sarà un problema per il lavoro, pazienza”.

Impegno civile quindi, e ora un po’ di vita privata a forma di fumetto. Due milioni e mezzo di copie vendute in 13 anni. E poi l’affetto dei fan e ogni volta la stessa domanda di chi attende in libreria l’ultima opera autografata: “Che ci disegno?” “Lo pterodattilo, sarebbe il top”, gli dice una giovane lettrice.

Correlati

Ti potrebbe interessare