Reportage

Fotovoltaico, corrente a tariffa alternata

L’abbassamento del prezzo di remunerazione ha colto di sorpresa chi dispone di pannelli solari, ma non mancano le soluzioni per ammortizzare i costi - Nel frattempo, anche la politica cerca soluzioni

  • 28 aprile, 12:37
  • 28 aprile, 14:49

Corrente a tariffa alternata

Falò 25.04.2024, 22:30

Di: Roberto Von Flüe/Falò

Era lo scorso febbraio quando veniva resa nota la notizia di una diminuzione netta, da 22,5 a 8,5 centesimi al chilowattora, del prezzo di rimunerazione dell’energia fotovoltaica. Una brutta sorpresa per i sempre più numerosi ticinesi che hanno ricoperto di pannelli fotovoltaici il tetto della propria casa. Il prezzo di rimunerazione è infatti uno degli elementi principali per calcolare i tempi necessari per ammortizzare l’investimento. “La preoccupazione principale è che sia disincentivata la realizzazione di impianti fotovoltaici”, ci dice Massimo Mobiglia, granconsigliere del Partito Verde Liberale. Mobiglia, unitamente al collega Matteo Buzzi, esponente dei Verdi del Ticino in Gran Consiglio, ha prontamente inoltrato un’interpellanza parlamentare. “Il motivo principale è quello di sapere l’opinione del Consiglio di Stato riguardo a questo grosso cambiamento da parte di AET”, afferma Buzzi.

Da parte sua, il direttore di AET Roberto Pronini spiega così i motivi dell’aumento: “Il prezzo dell’energia fotovoltaica che noi ritiriamo viene calcolato dal prezzo dell’Ufficio Federale dell’Energia sulla base del valore equivalente sui mercati”. Non vi è quindi nulla da fare per evitare le oscillazioni dei prezzi sui mercati dell’energia, dipendenti da scenari internazionali sempre più complessi e turbolenti? In realtà c’è chi ha reagito subito. Vanny Bernasconi, che ha costruito il suo impianto quattro anni fa, si affida ad un ragionamento semplice ma efficace: organizzare l’uso degli apparecchi più energivori di giorno, soprattutto quando splende il sole. Lavatrici, asciugatrici, ricarica di veicolo e biciclette elettriche, le applicazioni sono molte. “Tutto quello che prima facevamo di notte, adesso lo facciamo di giorno, nei picchi di sole”, ci racconta.

Verso una soglia minima di prezzo?

Diversa è invece la ricetta di Andreas Kohler. “Quando abbiamo installato l’impianto, abbiamo anche pensato di mettere una batteria d’accumulo, per essere più indipendenti possibili. Adesso come adesso, senza pensare alla rimunerazione, risparmio dai tre ai quattromila franchi all’anno”. Ma non tutti possono permettersi delle batterie. Anche per questo nella loro interpellanza, Mobiglia e Buzzi propongono una soglia minima del prezzo di rimunerazione, così da assicurare delle entrate più sicure per chi ha un impianto. Una discussione che giocoforza si svilupperà ulteriormente nelle prossime settimane, dato che il 9 giugno saremo chiamati alle urne per esprimerci sulla legge per un approvvigionamento elettrico sicuro da fonti rinnovabili.

Correlati

Ti potrebbe interessare