Cultura e spettacoli

Un sogno per il sud

Ai Talks della Mobiliare l'architetto Diébédo Francis Kéré

  • 10 agosto 2017, 18:33
  • 6 settembre 2023, 05:17
Diébédo Francis Kéré ai Locarno Talks

«Where are you from? Di dove sei?»

Una domanda apparentemente semplice con cui iniziano molte conversazioni quando si viene presentati a qualcuno.
Semplice ma non così tanto, in un mondo globalizzato dove viaggi, migrazioni e spostamenti di lavoro rendono globetrotter un numero crescente di persone.

E globetrotter lo è certamente Diébédo Francis Kéré, architetto di fama internazionale, nato in un remoto villaggio del Burkina Faso e poi invitato con una borsa di studio in Germania dove ha studiato architettura e dove è diventato uno degli architetti più originali e premiati degli ultimi anni (BSI Swiss Architectural Award nel 2010).

La casa di Diébédo Francis Kéré

RSI Info 10.08.2017, 18:29

Kéré è dopo Carla Del Ponte il secondo ospite della nuova sezione del Locarno Festival, i Talks della Mobiliare che hanno come filo conduttore il concetto di “home”, la casa non intesa come abitazione ma come il luogo a cui si sente di appartenere. E la chiacchierata condotta da Finn Canonica parte proprio da quel villaggio - Gando - senza scuole e senza acqua potabile in cui l’architetto è cresciuto e dove ha costruito la sua prima opera: una scuola per i bambini del villaggio con i materiali del luogo ma con tutta la conoscenza, il design e le innovazioni tecniche apprese in Occidente.
Un progetto che ha avuto un grande successo e a cui ne sono seguiti molti altri in Africa e non solo, offrendo a Diébédo Francis Kéré e al suo ufficio di Berlino una ribalta internazionale e una vita sospesa tra i due continenti.

Mentre il moderatore lo incalzava cercando di fargli dire dove si sentisse veramente a casa Kéré ha progressivamente conquistato il pubblico raccontando tanti piccoli aneddoti della sua vita di viaggiatore. Dal primo pollo con patate fritte che si è trovato nel piatto nella mensa dell’università aspettando che altri lo raggiungessero per consumarlo prima di rendersi conto che era tutto per lui, ai momenti dei ritorni in Africa quando il profumo del cibo locale è la madeleine proustiana che riconduce all’infanzia. Ma raccontando anche del suo continuo passare dal sud al nord del mondo come per esempio con il suo ultimo lavoro per la Serpentine Gallery di Londra. Un padiglione nel cuore di Hyde Park che ricorda uno di quegli alberi sotto i quali in Africa le persone si riuniscono. «Un albero ti protegge ma non ti isola perché è importante vedere lontano in Burkina Faso. È un luogo prima di tutto di aggregazione dove ci si riunisce per comunicare».

«Casa è il posto in cui ti senti a tuo agio»

Una differenza essenziale per Kéré quella tra abitazione e casa. «Ogni architetto può costruire abitazioni (house) ma creare una casa (home) è un processo diverso. Si tratta di dare un’anima a un edificio, una cosa più complicata che ha che fare con chi lo abita. Ha a che fare con le emozioni e i ricordi, con il pianto dei bambini che ci vivranno. È il luogo in cui sei a tuo agio.»
Ma Kéré dove prova questa sensazione? «Fino a qualche anno fa quando viveva mia nonna avrei risposto a casa sua per le memorie che conservava in sé. Oggi è per me un concetto più fluido e indefinito ma nessun luogo ha rimpiazzato la casa della nonna.» Essere dappertutto e non sentirsi più a casa da nessuna parte è insomma il tributo da pagare alla globalizzazione di questo global trotter con cui quasi inevitabilmente il discorso scivola su coloro che ripetono oggi il suo viaggio dal sud al nord del mondo.

«Viviamo in un mondo in cui non ci sono più frontiere e le migrazioni di massa sono inevitabili finché i poveri del mondo vivranno in posti dove la sola speranza di sopravvivenza è la fuga.» Si scusa quasi Kéré nell’esprimere quello che sembra un ammonimento «se l’occidente continua a considerare il proprio paese come un luogo fortunato di cui preservare i privilegi le migrazioni non potranno che aumentare.» C’è una sola soluzione secondo Kéré ed è «spezzare un sistema e rendere il sud del mondo un luogo sicuro, in pace e prospero». Un luogo che possa tornare a essere casa per chi ne è fuggito.

MBON


Diébédo Francis Kéré ai LocarnoTalks

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