Cinema

Il finale che non c’è

Un percorso alternativo tra i più famosi finali mai girati, scritti o montati negli ultimi sessant’anni di cinema

  • 04.08.2024, 08:16
Titanic-1.jpg
Di: Nicola Lucchi 

Se immaginare l’esito diverso di un grande evento storico può aprire la fantasia a un ventaglio infinito di racconti ucronici, la fine di un film, salvo abusate scene post-credit, corrisponde solo all’inizio dei titoli di coda. Esclusi sequel che proprio da lì prendono il via, ogni speculazione su finali alternativi risulta sterile proprio perché, oltre a quella soglia, ogni magia finisce. Il problema, qualche volta, sta però nel decidere come chiudere. La storia del cinema è fatta di scene girate e mai montate, frammenti di racconto che mai si vedranno se non in poco gettonati contenuti speciali, i più curiosi dei quali, spesso, sono proprio i finali alternativi. Se tagliare una scena può incidere relativamente sull’economia di un film, la scelta del finale si rivela invece fondamentale e talvolta problematica, soprattutto quando se ne scrivono o se ne dirigono più d’uno.

Che anche il Titanic (1997) di James Cameron sarebbe affondato lo sapevamo prima di sederci in poltrona, ma decidere come l’anziana Rose si sarebbe sbarazzata del prezioso “Cuore dell’Oceano” fu una scelta difficile. La differenza, tra le due versioni pensate, stava in un dettaglio apparentemente superfluo, ma che avrebbe portato il pubblico a reazioni diverse. In quella scelta per la sala, Rose si libera del gioiello senza comunicare di esserne in possesso. Nella versione alternativa, Brock Lovett scopre invece che la pietra è nelle mani della donna, e vorrebbe prenderla prima che Rose se ne sbarazzi. Un dettaglio non da poco che, secondo la maggior parte dei fan, avrebbe reso la conclusione del film più banale e scontata se non, addirittura, involontariamente ridicola.

10:20

25 anni di Titanic (1./3)

Millevoci 13.01.2023, 10:40

  • © 1997 Twentieth Century Fox

Una commedia senza lieto fine non sarebbe una commedia, eppure la prima versione della sceneggiatura di Pretty Woman (1990) sembrava prevedere una conclusione tutt’altro che felice. Se nella versione nota Vivian ed Edward proseguono felicemente la loro relazione, in quella inizialmente pensata dallo sceneggiatore Jonathan F. Lawton i due si separavano. In questo universo alternativo, la prostituta interpretata da Julia Roberts riceveva i tremila dollari pattuiti da un ben più burbero Richard Gere per essere abbandonata al proprio destino. Fortunatamente, come dichiarò lo stesso Lawton: “Avevano fatto il provino per Al Pacino, avevano fatto il provino per Michelle Pfeiffer, e sarebbe stato sicuramente un film diverso se ci fossero stati Al Pacino e Michelle Pfeiffer. Avrebbe potuto essere un film più vicino alla sceneggiatura originale e forse non avere un lieto fine, ma l’alchimia tra Julia e Gere che è palpabile sullo schermo lo era anche durante le audizioni. Non puoi immaginare un altro finale, perché si illuminano l’uno con l’altro.”

Pretty woman - 01

Richard Gere e Julia Roberts in una scena del film

  • © 1990 Touchstone Pictures

A proposito di commedie, anche il genio di Stanley Kubrick si trovò in difficoltà col finale di Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964). La versione a tutti nota vede infatti il Dottor Stranamore alzarsi dalla propria carrozzina ed esclamare la celebre frase: “Mein Führer, io cammino!” A seguire, una sequela di esplosioni atomiche accompagnate dal brano “We’ll Meet Again”. Nel finale originale, girato ma mai montato, le persone presenti nella sala davano invece vita a una battaglia di torte in faccia. I motivi per cui la scena fu eliminata e sostituita differiscono in base alle testimonianze, ma la ragione più plausibile è che non fosse in linea col tono della pellicola. Come lo stesso Kubrick dichiarò in un’intervista: “Ho deciso che era una farsa, quindi non coerente con il tono satirico del resto del film.”

dr-stranamore-finale-alt.jpg

Per un film come Thelma and Louise (1991), invece, da un finale alternativo ci si aspetterebbe la salvezza. Niente di tutto questo. Sebbene Susan Sarandon abbia rivelato in un’intervista per Entertainment Weekly che Ridley Scott prese in considerazione l’idea di salvare Thelma, spintonata fuori dall’auto dall’amica nell’ultimo secondo prima del salto fatale, la scelta effettiva fu quella di girare una sequenza che si aggiungesse semplicemente al finale. Se ora la pellicola si conclude sul volo della Ford Thunderbird, nella versione alternativa seguivano alla caduta maggiore enfasi sulla reazione degli inseguitori, nonché l’immagine onirica in cui l’auto delle due sfreccia su una strada polverosa, suggerendone la libertà finalmente raggiunta attraverso il salto mortale. Entrambe le ipotesi avrebbero minato la potenza espressiva del finale nonché l’impatto sul pubblico, che si rivelò ben felice della scelta effettuata.

Anche per Terminetor 2 – Il giorno del giudizio (1991) erano stati girati due finali, il secondo del quali, per molti, sarebbe stato persino migliore di quello scelto per le sale. Quello che è ritenuto uno dei più grandi film d’azione degli anni Novanta si chiude col T-800 che si sacrifica per salvare Sarah e John Connor, poi visti guidare lungo una strada. Nel finale alternativo, una Sarah Connor ormai anziana siede invece sulla panchina di un parco, intenta a registrare le proprie memorie e a svelare come John, anziché arruolarsi come soldato nella guerra tra uomo e macchine, sia diventato senatore.

In questo lista di finali alternativi ecco allora i protagonisti di Zombi (1978) uccidersi prima di essere mangiati vivi; il suicidio di Rambo, che poco spazio avrebbe lasciato ai numerosi sequel ed E.T. l’extra-terrestre (1982) restare in contatto col giovane Elliott. Persino il finale memorabile di Seven (1995) pare non sia stato risparmiato dai dubbi. Secondo il Telegraph, il film di David Fincher ne avrebbe avuti non a caso sette, tra i quali quello in cui William Somerset, interpretato da Morgan Freeman, uccide l’assassino John Doe. Per quanto molti di questi scenari siano realmente stati scritti o girati, non restano però che frammenti da riscoprire o soltanto immaginare.