Quinto anniversario per la settimana votata alla quarta lingua nazionale, l’Emna rumantscha: un evento nato nel 2021 per far conoscere meglio la lingua e la cultura romancia, in Svizzera come all’estero, ideato due anni prima in occasione del centenario della Lia Rumantscha, l’organizzazione che promuove la lingua e cultura retica. Il mese di febbraio, in effetti, e in particolare la data del 20 febbraio 1938, segnano l’ufficializzazione del romancio quale lingua nazionale, al pari di tedesco, francese e italiano. Una scelta simbolica dunque quella da parte del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) di dare origine alla settimana dedicata a questa lingua quale altro tassello cardine, oltre alle Giornate del plurilinguismo e alle attività organizzate in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo, della Settimana della Svizzera italiana e della Semaine de la francophonie, proprio per sottolineare l’importanza che il plurilinguismo riveste per la coesione nazionale, così come poi per l’apertura della Svizzera verso l’estero.
L’Emna rumantscha è stata infatti sostenuta fortemente dal direttore del DFAE Ignazio Cassis, in un progetto che si è concretizzato anche grazie alla collaborazione tra diversi attori nel Canton Grigioni e in tutta la Svizzera, così come anche oltreconfine; basti pensare che in occasione della prima edizione fornirono ad esempio il loro contributo l’ambasciatore Chasper Sarott dal Madagascar e Aita Pult, capo cultura, formazione e scienza presso il Consolato generale di Svizzera a New York.
La pluralità è una caratteristica della Svizzera apprezzata in tutto il mondo, concetto ribadito anche durante il viaggio ufficiale del Consigliere federale in Romania (19-21 febbraio 2025), con la quale la Confederazione intrattiene ottime relazioni bilaterali, oltre a fruttuosi scambi politici, economici e culturali, condividendo oltretutto situazioni di multiculturalità e plurilinguismo. Proprio in questo contesto, una serata dedicata alla celebrazione della pluralità e delle minoranze si inserisce nel programma ideato per questa quinta edizione dell’Emna rumantscha: occasione per condividere con altri Paesi l’esperienza di convivere ogni giorno con più culture e con una grande diversità di opinioni. D’altronde «la pluralità è una risorsa che alimenta il dialogo, oggi più che mai centrale nel difficile contesto geopolitico», come affermato dallo stesso Ignazio Cassis.
- La visita di Ignazio Cassis in Romania
https://www.tvsvizzera.it/tvs/qui-svizzera/la-visita-di-ignazio-cassis-in-romania/88907565
Come sancito dall’Art.4 della Costituzione svizzera “Le lingue nazionali sono il tedesco, il francese, l’italiano e il romancio”, poco importa che quest’ultima sia una lingua parlata dal meno dell’1% totale della popolazione, poiché tutte le lingue nazionali godono dello stesso riconoscimento, senza alcuna gerarchia. E il romancio si fa sentire con forza, risuonando nei teatri, trovando spazio nella musica rap, facendosi veicolo di informazione giornalistica ed entrando nelle scuole, così come nelle aule parlamentari, a testimonianza della sua vitalità e del suo ruolo nella cultura elvetica. Il romancio rappresenta un patrimonio linguistico ricco e sfaccettato, anche grazie all’evoluzione storico-linguistica del territorio in cui è parlato; oggi, accanto alla lingua scritta standardizzata detta “rumantsch grischun” (che è usata ad esempio nei documenti informativi che accompagnano le schede elettorali della Confederazione, ma che gode di meno successo tra i parlanti), esistono ben cinque varianti di romancio: vallader, putér, sursilvan, sutsilvan e surmiran, ognuna delle quali ha una propria grammatica, una tradizione letteraria consolidata e dei dizionari specifici. A questo proposito, nel 2018 è stata posta anche una pietra miliare per quanto riguarda questo idioma, essendo la lingua romancia entrata nell’era digitale grazie a 13 volumi del Dicziunari Rumantsch Grischun. La versione web del vocabolario, che esisteva in forma cartacea dal sedicesimo secolo, non è solo una raccolta di vocaboli, ma anche un insieme di espressioni e modi di dire espressi in tutti i dialetti della lingua romancia.
Una lingua amata e difesa, anche dalle generazioni più giovani e anche attraverso un’espressione universale, quale è la musica. Le questioni linguistiche, in effetti, sono il motore trainante dell’impegno che porta avanti il duo di amici formato da Gino Carigiet (voce) e David Friedli (chitarra), attivi dal 2016 sotto il nome di Omisdus. Spinti dal desiderio di produrre canzoni che riflettano positività e benessere, nel 2025 il duo si propone con il brano “Per tei”, un singolo in romancio che ha la volontà di diffondersi, arrivando al grande pubblico.
- Omisdus: il romancio per arrivare al grande pubblico
https://www.rsi.ch/cultura/musica/speciali/Omisdus-il-romancio-per-arrivare-al-grande-pubblico--2568091.html
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l’Emna rumantscha non è dunque solo una settimana, ma si traduce nello specchio di uno spaccato fondamentale della Confederazione svizzera, ossia il plurilinguismo; per il periodo 2025-2028 il sostegno governativo dovrebbe essere in effetti confermato e, in particolare, la volontà di promuovere l’italiano e il romancio nelle altre aree linguistiche avrebbe anche l’importante funzione di permettere una maggiore mobilità sociale. In questo senso, il disegno di legge governativo prevede per il settore della cultura un impegno finanziario di 987 milioni di franchi.
- Italiano e romancio sostenuti fuori cantone
https://www.rsi.ch/info/svizzera/Italiano-e-romancio-sostenuti-pure-fuori-cantone--2168169.html
Per quanto riguarda proprio il concetto di plurilinguismo, tuttavia, in Svizzera lo scenario presenta sempre maggiori sfaccettature. Non solo le quattro lingue ufficiali, ma anche la sfida dell’inglese, sempre più parlato sia in un contesto professionale, così come per una maggior facilità di comprensione tra le varie regioni linguistiche. In effetti, i recenti dati raccolti dall’Ufficio federale di statistica indicano che tra le lingue non nazionali che hanno registrato un balzo in avanti figura proprio l’inglese, diventando diffuso quasi quanto il francese. Eppure, le radici del nostro plurilinguismo fanno comprendere come le lingue non siano solamente strumenti di comunicazione, raccontando anzitutto la matrice di cui è fatto un popolo, il suo modo di essere e di pensare. In questo senso il ricercatore Jean-Jacques Furer, traduttore e specialista di varie lingue, di origini romande e domiciliato da anni a San Vittore, sostiene che le lingue, anche quelle parlate da una ristrettissima comunità, sono un’enorme ricchezza perché ogni lingua possiede in se stessa uno spirito del tutto unico e particolare.
Il pluringuismo in Svizzera, fra l’inglese che avanza e il romancio che resiste: voi quali lingue parlate?
Controcorrente 19.02.2025, 11:47
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