L’esplosione nella fabbrica di munizioni, il 7 giugno del 1918, fu una tragedia con addentellati svizzeri. Era un giorno di paga, all’improvviso all’interno dello stabilimento della Sutter-Thevenot di Bollate, periferia nord di Milano, esplose il magazzino delle bombe a mano pronte per essere spedite al fronte. C’era da combattere la prima guerra mondiale, quella fabbrica svizzera e francese dava lavoro a 1300 operai ed era uno dei maggiori centri di produzioni d’armi di tutta Italia. Le vittime furono 59, quasi tutte donne. Il giovane Hemingway, volontario della Croce Rossa, prestò soccorso e rievocò la vicenda nei suoi Quanrantanove racconti: «Ricordo che dopo aver frugato molto attentamente dappertutto per trovare i corpi rimasti interi ci mettemmo a raccogliere i brandelli».
La tragedia dimenticata di Bollate
Dopo aver cercato i corpi, ci mettemmo a raccogliere i brandelli