Concepito come spazio virtuale dove professare la libertà di espressione, Internet si è rivelato un campo minato per metà della popolazione: le donne sono infatti le prime vittime d'odio e altre forme di abusi sul web, in particolare sui social. La valanga di insulti o volgarità a sfondo sessuale a loro carico è il riflesso di una cultura misogina che punta ad annichilirne il ruolo e ridurne la voce nella sfera pubblica, relegandole a una dimensione più congeniale al sistema di valori patriarcale. Raccogliendo le testimonianze di donne di diverse nazionalità e professioni, il docu-film delle giornaliste Florence Hainaut e Myriam Leroy mostra come il dominio e la sopraffazione si esercitino anzitutto con le parole.