Gianmaria Testa si accomiatava nel marzo del 2016. Congedandosi ci lasciava un canzoniere prezioso, generoso di poesie, riflessioni importanti e urgenti nella loro umanità e soprattutto ricco di musica. Ed è una storia artistica la sua, originale, fuori dal comune e conosciuta non fosse per quella professione che ha svolto con dedizione fino al 2007: ferroviere prima, capostazione poi nella “sua” Cuneo. Senza scordare che furono prima i francesi ad innamorarsi della sua voce, delle sue storie, delle sue canzoni. Che affondavano nel nobile cantautorato francese, oltre che italiano, e che amavano flirtare col jazz vantando al contempo solide radici popolari.

Elegante nei modi e nei pensieri, arguto, umano e fecondo nella sua poetica spesso al servizio degli altri Gianmaria Testa ha vergato pagine importanti nell’alveo della canzone d’autore.   

Un’avventura umana e artistica che torniamo raccontare, allo Studio 2 della RSI, grazie al trio di Massimo Donno che al cantautore delle Langhe dedica un’appassionata rilettura musicale. Un trio - Massimo Donno (voce e chitarra), Eleonora Pascarelli (voce), Emanuele Coluccia (fiati) - impreziosito dalla fisarmonica di Luciano Biondini, già sodale di Gianmaria che con lui condivise registrazioni discografiche e concerti.

Ad impreziosire la serata le parole e i pensieri di Paola Farinetti, moglie, manager e produttrice e dell’attore Giuseppe Cederna che con Gianmaria condivise significative avventure artistiche teatrali.