Società

Vietare l’utilizzo dei social network

Recentemente il Parlamento australiano ha approvato un divieto che fa discutere

  • Ieri, 08:00
  • Ieri, 10:49
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Di: Red. 

Qualche giorno fa il Parlamento australiano ha approvato un divieto che ha fatto notizia: il divieto di accesso ai social network per i minori di 16 anni. L’onere di farlo rispettare spetterà ai fornitori dei servizi, che dovranno accertare l’età dei giovani utenti, rischiando multe fino a oltre 30 milioni di franchi, nel caso in cui non lo facciano. Su Rete Due, nella trasmissione Alphaville, Luca Botturi, Professore ordinario in Media in educazione alla SUPSI e Rosalba Morese, ricercatrice e docente in psicologia e neuroscienze sociali, sono intervenuti sulla questione.

Soluzione o tentativo disperato? Indipendentemente dall’esito della messa in pratica, una cosa positiva c’è di sicuro: il tema è entrato nel dibattito internazionale. La ricerca scientifica mondiale ha già da qualche anno iniziato a porre le basi di studi sistematici del fenomeno social a livello neurologico e psicologico che, parallelamente al dibattito, forniscono elementi di valutazione oggettiva. Secondo Luca Botturi, ciò che è veramente importante è indirizzare un utilizzo sano dei social media:

I social sono strumenti potentissimi. Il problema è che vanno utilizzati per un obiettivo. Se io sono una piccola impresa e devo espandere il mio mercato, allora ho un obiettivo chiaro. E in quel modo il social diventa una piattaforma insostituibile. Se invece il social è il riempitivo del mio tempo libero, in quel caso diventa una colonizzazione dell’immaginario. Gestita da chi? Da enti commerciali con una potenza enorme. L’economia non ha alcun interesse nel benessere dei bambini. L’interesse è avere dei consumatori. E di questo bisogna tenerne conto. (Luca Botturi, Professore ordinario in Media in educazione alla SUPSI).

Si tratta di investire risorse per elaborare delle strategie che educhino gli utenti all’utilizzo dei social network. Questo porterebbe un uso consapevole dei nuovi media, con la responsabilità sociale e politica che ne consegue. Ma la responsabilità, perlomeno in Australia, è quasi delegata anche ai fornitori dei servizi social:

Sicuramente quando si parla dell’utilizzo di social, soprattutto in periodo adolescenziale da parte appunto delle persone che vivono una fase così complessa, la responsabilizzazione penso che sia un punto centrale. Penso che si debba fare un discorso di responsabilizzazione a più livelli e non vedo perché le aziende non debbano far parte di questo processo. (Rosalba Morese, ricercatrice e docente in psicologia e neuroscienze sociali)

21:05

Divieto d’accesso ai social per i minori di 16 anni

Alphaville 04.12.2024, 12:35

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