Territorio e tradizioni

Bevande svizzere: dolci, dissetanti, iconiche

Dietro al successo di molte bibite analcoliche nate nel nostro Paese c’è una storia interessante che racconta cambiamenti storici nella società

  • 18 luglio, 11:30
Bevanda in montagna
  • iStock
Di: Patrizia Rennis

Gazzosa, Rivella, Apfelschörle e altre bibite dolci sono presenti nei menù di molti bar o ristoranti svizzeri, dietro alla creazione e al successo di queste bevande ci sono alcuni cambiamenti importanti avvenuti nella società. 

Una questione di salute pubblica

A partire dal ‘700 in Svizzera (così come nel resto d’Europa e negli Stati Uniti) il perfezionamento delle tecniche di distillazione rende più accessibile il consumo di bevande a forte contenuto alcolico. L’alcolismo si diffonde sempre di più nella società - anche grazie alla rivoluzione industriale che forma grandi masse proletarie - con gravi conseguenze sociali. Per frenare questa tendenza, a inizio ‘900, la Confederazione svizzera stabilisce diverse restrizioni al consumo di bevande alcoliche e lancia dei programmi per promuovere la frutticoltura e la produzione di bevande analcoliche. È proprio in questo periodo che diverse bevande senz’alcol iniziano a vivere un successo sempre maggiore. È il caso del succo di mele, che grazie alle tecniche di pastorizzazione può essere finalmente conservato più a lungo, ma anche di diverse bevande gassate industriali svizzere.

Le bevande dolci da sorgenti di acqua minerale

Forse non tutti lo sanno, ma per secoli le acque minerali sono state usate esclusivamente a scopi terapeutici - per lo più bagni o l’assunzione a piccole dosi prescritta dai medici-, solo a fine ‘700 iniziano a essere considerate come una bevanda per dissetarsi e iniziano a venire sviluppate le prime limonate e bibite dolci

In un documento storico del 1790 in riferimento alle acque minerali si legge: “prese da sole, o mescolate con vino, o con uno sciroppo aromatico, sono diventate addirittura una bevanda di piacere”.  

Bisogna aspettare i primi anni del ‘900 per vedere un vero e proprio boom di bevande analcoliche e in questo periodo nascono e crescono diverse bibite industriali svizzere. All’origine di alcune di esse c’è l’uso di una specifica fonte di acqua minerale, caratteristica che fornisce un particolare prestigio. Tra queste ne troviamo diverse ancora oggi molto diffuse in Svizzera tedesca: la limonata Elmer Citro che viene lanciata nel 1927 e prodotta con l’acqua della sorgente di Elm, nel Canton Glarona. O la Pepita una bevanda frizzante al pompelmo nata nel 1929 da una sorgente nei pressi di Eptingen, nel cantone di Basilea Campagna. O ancora la Flauder, un’acqua minerale gassata ai di fiori di sambuco e melissa nata da una fonte dell’Appenzello e la Vivi Kola, una cola svizzera nata nel 1938 da una sorgente di Eglisau. Nello stesso periodo anche la gazzosa inizia ad essere prodotta a livello industriale in Ticino.

Al termine della Seconda Guerra mondiale il potere di acquisto delle persone aumenta e le occasioni di svago iniziano a moltiplicarsi, condizioni che danno un’ulteriore spinta al mercato delle bibite analcoliche. In questo contesto, nel 1952, viene lanciata la prima bevanda a base di siero di latte: la Original Rivella Rot.

Il nome Rivella è ispirato dal comune di Riva San Vitale e dalla parola “rivelazione”.

La bevanda non è legata a nessuna sorgente e cerca di venire quindi ostacolata dall’Associazione svizzera delle sorgenti di acque minerali, ma anche grazie al legame con il mondo dello sci e alla costruzione di una rete di distribuzione diventa una delle bibite svizzere più note del Paese.

Rivella

I servizi 27.03.2014, 08:22

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Fonti

https://www.patrimoineculinaire.ch/

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