Millevoci Democrazia diretta: Giù le mani dall’Officina
Dibattito sull’iniziativa in votazione prossimo 19 maggio
Tutto è iniziato con lo sciopero delle maestranze delle Officine FFS il 7 marzo 2008. Uno sciopero che è stata la risposta all'annuncio dei piani di ristrutturazione di FFS Cargo. Uno sciopero sostenuto dai sindacati, dalla politica, ma anche da migliaia di cittadini. Dallo sciopero è poi nata l’iniziativa popolare “Giù le mani dalle officine”, che ha raccolto quasi 15 mila firme. Dopo mesi di trattative FFS e maestranze avevano allora raggiunto un primo accordo. Sono poi passati gli anni, l’iniziativa è stata “congelata”, mentre si è continuato a discutere per trovare una soluzione sostenibile e a lungo termine per le Officine. Il progetto di Nuove Officine, frutto di trattative fra il Cantone, la Città di Bellinzona e le FFS, non piace però a chi negli anni ha sempre difeso uno dei settori industriali che hanno contribuito allo sviluppo, non solo economico, del Ticino. L’Associazione “Giù le Mani dalle Officine” ritiene che il progetto di Castione, che esclude per esempio tutta la manutenzione dei carri merci, non garantisce un reale futuro allo stabilimento. Ha quindi scelto di non ritirare l’iniziativa, bocciata dal parlamento.
Iniziativa che chiede la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore dei trasporti e del materiale rotabile. Come? Con la costituzione di una società pubblica che rilevi le attività delle Officine FFS di Bellinzona e ne sviluppi di nuove nel settore dei trasporti, manutenzione merci in testa. Nel caso le FFS dovessero opporvisi, il Cantone dovrebbe procedere all’espropriazione di terreni ed impianti della Confederazione.
Una soluzione che i contrari all’iniziativa ritengono insostenibile dal punto di vista finanziario oltre che anacronistica.
Ospiti:
Ivan Cozzaglio, primo firmatario dell'Iniziativa in votazione il 19 maggio
Henrik Bang, deputato socialista e membro del comitato cantonale per il NO
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