Le nuove misure decise venerdì dal Consiglio federale sono entrate in vigore sabato. Il nuovo giro di vite ha scontentato tantissimi settori economici, a cominciare dai ristoratori dei cantoni dove che si vedono ridotte le attività (chiusura per tutti alle 19, tranne che per i servizi d'asporto), i commercianti che devono rinunciare alle aperture domenicali, ma pure i gestori di attività culturali (spettacoli, concerti e proiezioni sono vietati mentre sono consentiti i corsi con un massimo di 5 persone), del tempo libero e sportive (tranne gli impianti di risalita).
Eccezioni sono possibili per i cantoni in situazione epidemiologica più favorevole. Una possibilità della quale hanno prontamente approfittato i cantoni romandi e Obvaldo. Gli effetti delle restrizioni dovrebbero farsi sentire nel giro di un paio di settimane. L'obiettivo è che il numero dei contagi (e di conseguenza quello delle ospedalizzazioni e dei decessi) cominci a ridursi, lasciando intravedere l'uscita della Svizzera dalla seconda ondata. Il picco è stato superato a inizio novembre, ma dopo una decine di giorni di discesa la situazione si è stabilizzata.
Sabato il Ticino ha annunciato 15 nuovi decessi (record pareggiato) e 303 contagi, i Grigioni invece altri 4 decessi e 86 contagi. Un numero che non tiene però ancora conto delle 55 positività accertate tramite i test a tappeto (una prima a livello nazionale) che proseguiranno fino a domenica in tre regioni. Si tratta dell'1% dei 5'433 tamponi eseguiti che, rapportato all'intera popolazione grigionese, vuol dire che ci sarebbero 2'000 persone positive che non sanno di esserlo.
Le speranze di una svolta sono sempre più legate all'avvio della campagna di vaccinazione di massa. Gli Stati Uniti hanno a loro volta autorizzato l'uso d'emergenza del vaccino Pfizer/BioNTech per la prevenzione della malattia nelle persone con 16 e più anni.
di Diego Moles, Stefano Pongan e Sandro Pauli