Il green pass europeo è realtà. Da oggi, 1° luglio, chi ha un attestato dotato di codice QR che certifica o la vaccinazione, o la guarigione o l'esito negativo di un test (sia in forma cartacea che digitale) può muoversi liberamente nella maggior parte dei paesi del Vecchio continente. Una possibilità però ancora preclusa ai residenti in Svizzera dato che il certificato elvetico non è ancora integrato nel sistema messo a punto dall'UE e al quale hanno deciso di aderire i 27 Stati membri e i 4 paesi dell'AELS. In totale quindi 31 paesi, 29 dei quali sono già pienamente integrati nel sistema che dovrebbe permettere alle autorità e ai titolari delle attività che richiedono il certificato di verificare la validità del documento rilasciato dallo Stato di origine. Fuori solo l'Irlanda che ha avuto un problema di sicurezza informatica e la Svizzera che attende il via libera da Bruxelles.
Dalla casa farmaceutica CuraVac ,con cui anche la Svizzera aveva sottoscritto accordi di fornitura, giovedì è giunta la conferma che il vaccino sviluppato in Germania è efficace solo al 48% una punta del 53% nei gruppi d'età tra 18 e 60 anni. Si tratta di risultati molto inferiori a quelli dei preparati mRNA di Pfizer/BioNTech e Moderna. Lo scarso risultato era atteso dopo che i risultati provvisori deludenti sono stati pubblicati all'inizio di questo mese.
Il Consiglio federale, preso atto della positiva evoluzione della situazione in questo momento in tutto il paese (in Ticino non ci sono più ricoverati per Covid-19 dopo mesi) mercoledì ha deciso di valutare tre scenari sull'evoluzione della pandemia a partire dall'autunno: il primo con un numero di casi basso, il secondo (ritenuto più probabile) con un aumento dei contagi gestibile grazie all'estensione della vaccinazione, e il terzo di una nuova ondata. Su questa base sta preparando delle strategie per reagire.
di Diego Moles, Omar Cartulano