Poco prima dei tradizionali fuochi d’artificio del primo d’agosto, a Saint-Prex, nel canton Vaud, è andato in scena uno spettacolo completamente diverso: centinaia di fiori e piante luminosi.
Una scena quasi magica che ha entusiasmato il pubblico e sollevato interrogativi sulle sue origini, come riferisce RTS. Nessuna magia, ma un siero inventato da un’imprenditrice francese, assorbito dallo stelo delle piante che sono poi esposte a una luce ultravioletta. “Si tratta di una formula di origine biologica e biodegradabile, e quindi completamente neutra per la pianta” sottolinea Sophie Hombert.
Il servizio del 19h30 (RTS, 02.08.2024)
La fondatrice di Aglaé spiega di essersi ispirata alla bioluminescenza, un fenomeno naturale presente sui fondali marini e nelle lucciole, ad esempio, ma vuole mantenere segreta la ricetta e spera che la sua invenzione possa servire ad altri fini, come l’illuminazione delle nostre città.
François Feix, ideatore dello spettacolo, ha una visione simile: “La luminosità delle piante è piuttosto intensa. Penso che si potrebbe fare un grande passo avanti nella riduzione dell’inquinamento luminoso”. L’imprenditore ha anche acquistato il concetto di Hombert per svilupparlo in Svizzera.
Con questa tecnica, la luminescenza delle piante può durare fino a sei mesi. Resta però da risolvere il problema della dipendenza dalla luce ultravioletta per creare la luminescenza. Un’altra sfida è il prezzo: Feix ha sborsato oltre 10’000 franchi per offrire a Saint-Prex qualche ora in questo paese delle meraviglie floreale.
L’articolo originale è stato pubblicato da RTS e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.
La bioluminescenza
Serotonina 12.06.2024, 09:00
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