Corsa contro il tempo per Credit Suisse, UBS e le autorità svizzere per raggiungere un accordo sulla fusione fra i due colossi bancari già nella serata di sabato. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali la Banca nazionale svizzera (BNS) e la FINMA, l'autorità di regolamentazione dei mercati, hanno informato le controparti internazionali che un accordo con UBS è l'unica opzione per fermare il crollo della fiducia che ha affossato la seconda banca elvetica.
Secondo il quotidiano britannico, i depositi presso il Credit Suisse sarebbero calati di circa 10 miliardi di franchi al giorno nel corso dell'ultima settimana.
In queste ore le autorità di regolamentazione di Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera starebbero valutando la struttura legale dell'accordo. L'unione si baserebbe su una serie di concessioni a UBS. Il leader bancario elvetico vorrebbe essere in grado di soddisfare gradualmente i requisiti patrimoniali internazionali. Il gruppo avrebbe inoltre chiesto un risarcimento o un accordo alla Confederazione per coprire eventuali spese legali. Su richiesta dell'AWP, Credit Suisse e UBS hanno rifiutato di commentare.
Il Consiglio federale in seduta straordinaria
Nel tardo pomeriggio di sabato il Consiglio federale ha tenuto una seduta straordinaria sul Credit Suisse. Attorno alle 17 i membri del governo, secondo quanto riporta la NZZ, si sono riuniti al Bernerhof, la sede del Dipartimento delle Finanze. L'incontro è durato quasi due ore e attorno alle 18.45 la consigliera federale Viola Amherd è stata la prima a lasciare la riunione, seguita poco dopo dagli altri ministri. Nessuno ha rilasciato dichiarazioni e il più loquace è stato il portavoce del governo, André Simonazzi che si è limitato a un "no comment". Secondo il foglio zurighese, nel corso della serata si sono uniti alle discussioni diversi esperti e funzionari.
Secondo quanto scrive l'agenzia Bloomberg, UBS avrebbe chiesto un sostegno al Consiglio federale in caso di acquisizione di Credit Suisse.
Blocher definisce "terribile" una fusione
L'ex consigliere federale Christoph Blocher ha definito una possibile fusione tra Credit Suisse e UBS come qualcosa di "terribile" per la piazza economica Svizzera. A lungo termine, sarebbe un problema anche per i clienti delle banche, afferma l'82enne in un'intervista al "SonntagsBlick", pubblicata già sabato sul sito del settimanale.
Ci sono attività che le aziende svizzere attive a livello internazionale possono svolgere solo con una grande banca, ad esempio in Svizzera con UBS o Credit Suisse, rileva il miliardario ex manager di EMS-Chemie. "Se non c'è più concorrenza, le aziende sono alla mercé di un'unica banca".
CS e UBS verso l'acquisizione?
Telegiornale 18.03.2023, 12:30