Progettato da tre giovani architetti, poco più che trentenni, Piano, Rogers e Franchini, il centro culturale fu inaugurato nel 1977 non senza polemiche: i tubi lasciati in evidenza sulle facciate furono il “gesto ribelle di tre giovani disubbidienti” come ebbe a dire Renzo Piano. Oggi a distanza di oltre quarant’anni il Beaubourg, come è anche chiamato, è una delle attrazioni di Parigi. Una vecchia signora che non ha perso la sua carica anticonformista ma che necessita di cure e attenzioni speciali. Approfittando della chiusura e delle incertezze causate dalla pandemia si è così deciso di agire. Il museo riaprirà nel 2026. Nel frattempo le sue collezioni saranno temporaneamente esposte in altri musei francesi.
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