In Ecuador alcuni uomini armati con i volti coperti da passamontagna hanno fatto irruzione in diretta TV nello studio di un canale pubblico nella città portuale di Guayaquil, una zona devastata da tempo dalla violenza e dalla droga.
“Non sparate, per favore non sparate”, ha gridato una donna mentre risuonavano gli spari e gli aggressori, armati di fucili e granate, costringevano le persone presenti terrorizzate a stare a terra.
Gli uomini hanno preso in ostaggio diversi giornalisti e tecnici. La Polizia Nazionale, che da prima in un breve comunicato, ha fatto sapere che tutte le sue unità di Quito e Guayaquil sono state allertate, si è introdotta nell’edificio arrestando i delinquenti e liberando gli ostaggi.
È in corso un “conflitto armato interno” nel Paese che implica lo spiegamento e l’intervento immediato delle forze di sicurezza contro il crimine organizzato, ha dichiarato il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa.
Il Governo ha infatti proclamato lo stato di emergenza per 60 giorni, stabilendo un coprifuoco nazionale notturno. La misura arrivata in risposta all’apparente fuga di Adolfo Macias, leader della banda criminale Los Choneros, dal carcere dove stava scontando una pena di 34 anni.
Noboa, figlio di uno degli uomini più ricchi del Paese, è entrato in carica a novembre, promettendo di arginare contro l’ondata di violenza legata al narcotraffico nelle strade e nelle carceri in crescita da anni in Ecuador.
Notiziario 9.01.2024
RSI Info 09.01.2024, 22:07
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