Negli Stati Uniti il presidente della Corte Suprema John Roberts ha sospeso l’ordine di un giudice federale che avrebbe imposto all’amministrazione del presidente Donald Trump di pagare i fondi per gli aiuti esteri agli appaltatori e ai beneficiari di sovvenzioni per il lavoro svolto in passato. Dopo tale decisione, l’amministrazione Trump ha annunciato massicci tagli agli aiuti internazionali americani, in particolare eliminando il 92% dei finanziamenti destinati ai programmi all’estero dell’agenzia per lo sviluppo USAID, con risparmi per i contribuenti di quasi 60 miliardi di dollari.
Un gruppo di organizzazioni no-profit e società appaltatrici avevano fatto causa all’amministrazione per il congelamento dei fondi dell’agenzia USAID e il giudice Amir Ali aveva ordinato al Dipartimento di Stato di ripristinare i finanziamenti a partire dalla mezzanotte di oggi ora statunitense.
L’amministrazione Trump aveva deciso di effettuare tagli massicci ai finanziamenti per i programmi all’estero da parte dell’agenzia di sviluppo statunitense, l’USAID, ormai destinata a essere smantellata, eliminando oltre il 90%. dei fondi. Infatti, il 20 gennaio, appena rientrato alla Casa Bianca, Trump aveva firmato un ordine esecutivo che congelava gli aiuti esteri USA per 90 giorni, in attesa di una revisione completa per valutare la conformità alle politiche che intende perseguire contro i programmi che promuovono l’aborto, la pianificazione familiare o che sostengono la diversità e l’inclusione.
Tuttavia, un giudice federale, nell’ambito di una causa intentata da due organizzazioni che rappresentano aziende, ONG e altri beneficiari di fondi statunitensi per gli aiuti, aveva appunto sospeso la decisione di congelare la spesa, approvata dal Congresso.
Alla luce della decisione di Roberts e a seguito di una revisione di questi programmi effettuata dal suo dipartimento, il segretario di Stato Marco Rubio, al quale fa capo l’USAID, potrà cancellare definitivamente quasi 5’800 finanziamenti concessi in tutto il mondo dall’agenzia e di mantenerne poco più di 500.
L’agenzia sosteneva le cure globali per l’AIDS, TBC e malaria
Inoltre, circa 4’100 sovvenzioni del Dipartimento di Stato sono state eliminate e ne rimangono attive 2’700, rileva l’amministrazione Trump. Il congelamento dei fondi aveva provocato uno choc generalizzato all’interno dell’agenzia con sede a Washington, istituita con un atto del Congresso nel 1961 e che gestiva budget annuali di 42,8 miliardi di dollari, pari al 42% degli aiuti umanitari mondiali.
L’USAID ha mantenuto sovvenzioni “vitali” come l’assistenza alimentare e le cure per i malati di AIDS, tubercolosi e malaria, oltre che per Paesi come Libano, Haiti, Venezuela e Cuba. L’agenzia, che contava più di 10’000 dipendenti, ha annunciato il 23 febbraio il licenziamento di 1’600 collaboratori negli Stati Uniti e il collocamento in congedo amministrativo della maggior parte del personale.
“Il Dipartimento di Stato ha tagliato 10’000 fondi propri e dell’USAID con effetto immediato, riducendo di fatto gli aiuti esteri degli Stati Uniti”, ha comunicato InterAction, un’alleanza di oltre 160 ONG, in un comunicato. “Donne e bambini soffriranno la fame, il cibo marcirà nei magazzini, i bambini nasceranno con l’HIV e ci saranno altre tragedie”, si precisa, esortando Rubio a revocare una decisione che “non renderà l’America più sicura, più forte o più prospera”.