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Gaza, le armi tacciono

Domenica a Gaza City tre donne civili sono state consegnate alla Croce Rossa - E dopo quasi 7 ore sono stati liberati anche 90 detenuti palestinesi - La tregua nella Striscia è iniziata

  • Oggi, 08:10
  • 41 minuti fa
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Il bus dei prigionieri palestinesi rilasciati da Israele arriva a Ramallah ed è circondato dalla folla

  • Keystone
Di: EnCa/joe.p. 

Con l’inizio della tregua nella Striscia di Gaza, sono stati rilasciati i primi ostaggi. Si tratta, come annunciato da Hamas, di tre donne (Romi Gonen, Doron Steinbrecher ed Emily Damari) che sono state prese in consegna da un convoglio della Croce Rossa. Dopo 471 giorni di prigionia, sono ora tornate in Israele, come reso noto dalle forze armate israeliane. Tutte e tre sono in buona salute, secondo quanto riferito dall’ospedale di Tel Aviv in cui sono stati effettuati accertamenti medici dopo il loro rientro.

E dopo quasi 7 ore dal rilascio delle tre israeliane, sono stati liberati nella notte tra domenica e lunedì i 90 detenuti palestinesi nell’ambito dell’accordo sul cessate il fuoco con Gaza. Due autobus con i vetri oscurati hanno lasciato la prigione israeliana di Ofer, in Cisgiordania, poco dopo l’una di notte, ora locale. Subito dopo è arrivato il comunicato ufficiale: “Questa sera, 90 terroristi sono stati (...) rilasciati” dalla prigione militare di Ofer, in Cisgiordania, e da un centro di detenzione di Gerusalemme, afferma l’Autorità carceraria israeliana mentre la folla esultava al passaggio dei bus.

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8 minuti fa

Due coloni arrestati per attacchi contro i palestinesi

Due coloni israeliani sono stati arrestati per il loro presunto coinvolgimento in attacchi contro palestinesi in diversi villaggi della Cisgiordania durante la notte: lo afferma la Forza di difesa israeliana (IDF). L’esercito afferma di aver ricevuto segnalazioni di “violente rivolte” a Turmus Ayya, Sinjil e Ein Sinya, durante le quali “alcuni cittadini israeliani hanno appiccato il fuoco a una casa e a una proprietà nella zona”.

30 minuti fa

Gaza: dopo la devastazione, va anzitutto ripristinata la vita in città

Cumuli di macerie, case rase al suolo, tonnellate di detriti: è la distruzione del campo profughi di Jabalia nelle impressionanti immagini del drone della CNN che è entrato a Gaza per la prima volta dal novembre 2023. Le immagini sono apocalittiche e non sono rare a Gaza.

Gaza City, la città più grande di Gaza, ha chiesto il sostegno internazionale per ripristinare i servizi di base dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. “Oltre il 70% delle strade di Gaza City è stato distrutto e il 60% dei residenti non ha accesso all’acqua”, ha affermato il Governo locale.

“Le priorità della prima fase sono ripristinare la vita in città, garantire i servizi e riaprire le strade”, ha affermato il comune di Gaza City. Il governo locale, scrive Cnn, ha dichiarato di aver presentato un elenco di necessità alle organizzazioni internazionali e ha chiesto che vengano consentite “ampie” quantità di carburante.

La ricostruzione nell’intera Striscia di Gaza sarà un’impresa enorme e lunga. Secondo una recente stima dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, circa il 92% delle case a Gaza è stato distrutto o danneggiato e più di 1,8 milioni di persone hanno urgente bisogno di rifugi di emergenza e di beni di prima necessità per la casa.

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La devastazione di Jabalia

  • Keystone
33 minuti fa

Morto un sergente della Brigata Efraim

L’Esercito israeliano ha annunciato lunedì la morte di un suo soldato in combattimento. Si tratta del sergente di prima classe Eviatar Ben Yehuda, 31 anni di Nitzan. Il militare apparteneva all’8211° battaglione della Brigata Efraim ed è “caduto durante un’attività operativa nella Brigata regionale Menashe”, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram.


34 minuti fa

Smotrich: “Dobbiamo conquistare l’intera Striscia"

Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha dichiarato in un’intervista alla Radio dell’Esercito: “Non possiamo vincere a Gaza con l’attuale capo di stato maggiore delle Idf”. Lo riporta Haaretz. “Dobbiamo conquistare l’intera Striscia e stabilire lì un governo militare. Voglio un capo di stato maggiore che capisca che questa è la sua missione, che la sostenga e sia determinato a implementarla”, ha aggiunto. “Non c’è una terza parte che possa controllare la Striscia, è un bluff”, ha detto Smotrich. “Dobbiamo controllare Gaza per almeno uno o due anni, con uno sforzo combinato militare e civile, finché non eliminiamo Hamas e la popolazione smette di temerlo”.


Oggi, 08:14

Tra i detenuti liberati da Israele anche un ragazzo di 15 anni

Tra le persone liberate da Israele figurano pure 21 minorenni e fra questi il più giovane ha 15 anni, si chiama Mahmoud Aliowat ed è accusato di un attacco a Gerusalemme nel 2023.

Sulla base della lista pubblicata dal Ministero della Giustizia, in questa prima fase dell’attuazione dell’accordo è prevista la liberazione di detenuti arrestati dal 2020, tra cui 66 solo nell’ultimo anno.

Cinque sono sospettati di tentato omicidio, tre di omicidio e sette di aggressione. Dieci sono già stati condannati, 31 sono detenuti senza processo e 51 sono in attesa di giudizio. Al Jazeera fornisce altri dettagli sull’elenco e indica 76 prigionieri provenienti dalla Cisgiordania e 14 da Gerusalemme Est.

Oggi, 08:13

"A Gaza i bisogni umanitari restano enormi, come le priorità"

La tregua ora in atto avrà come conseguenza immediata pure una crescita degli aiuti umanitari alla popolazione civile nella Striscia di Gaza, le cui condizioni restano in ogni caso disastrose. Intanto, nelle ultime ore le prime centinaia di autocarri carichi di tali aiuti sono entrate nel territorio.

Per avere un’impressione diretta su come migliorerà la situazione dei civili palestinesi e cosa si può fare in quest’ambito la RSI ha parlato con Marco Di Liddo, coordinatore generale dei progetti umanitari di Médécins du Monde Svizzera nei territori palestinesi.

A suo avviso, al momento “si deve continuare in quel che già si sta facendo giacché i bisogni umanitari restano enormi e le priorità che c’erano fino alla scorsa settimana rimangono le stesse”. Secondo Di Liddo si deve garantire stabilmente “l’accesso alla salute, ai beni di prima necessità, cibo e così via”, senza contare che l’arrivo previsto in media di 600 camion al giorno permetterà di aumentare l’accesso a tali beni a un numero sempre più elevato di civili.

E la cinquantina di autotreni carichi di carburante consentirà di garantire la disponibilità di acqua potabile e l’attività di ospedali e d’altri servizi che, secondo Di Liddo, “dovrebbero migliorare in modo tangibile la vita della popolazione a Gaza”.

02:39

RG 07.00 del 20.01.2025 - L’intervista a Marco Di Liddo

RSI Info 20.01.2025, 06:51

Oggi, 08:12

Ora le armi tacciono

Romi Gonen, Doron Steinbrecher ed Emily Damari ieri pomeriggio (domenica) hanno lasciato il centro di Gaza City, presidiato da miliziani di Hamas e hanno raggiunto, sulle auto della Croce Rossa, il territorio israeliano, dove sono state prese in consegna dall’esercito, e poco dopo hanno abbracciato i famigliari. Il loro ritorno a casa è di buon auspicio per il rilascio degli altri 94 ostaggi israeliani, nel quadro dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele ed Hamas scattato ieri mattina con alcune ore di ritardo. Il tutto dovrebbe ripetersi sabato 25 gennaio, quando dovrebbero essere liberati altri quattro israeliani. Ora le armi tacciono. Ed il flusso degli aiuti umanitari è già aumentato.

Oggi, 08:11

Liberi novanta detenuti palestinesi

Una folla esultante ha applaudito poco nella notte di lunedì al passaggio di autobus che trasportavano decine di detenuti palestinesi rilasciati dalla prigione israeliana di Ofer, nella Cisgiordania occupata.

Israele aveva annunciato poco prima di aver rilasciato 90 detenuti palestinesi nell’ambito del primo scambio di prigionieri previsto dall’accordo di tregua con Hamas, in seguito alla liberazione da parte del movimento islamista di tre ostaggi israeliani detenuti a Gaza.

Secondo le informazioni pubblicate dal Servizio carcerario israeliano prima del loro rilascio, la maggioranza del primo gruppo di palestinesi rilasciati sono donne e bambini.