La sfida finale fra Olaf Scholz e Friedrich Merz si consuma a distanza, fra Potsdam e Monaco di Baviera, l’una all’est e l’altra all’ovest del paese. Concetti geografici non più irrilevanti, a poche ore dal voto in una Germania sempre più divisa, e dove l’ultradestra di Alice Weidel spopola su TikTok, come negli ex Laender della DDR.
Il cancelliere socialdemocratico, che i sondaggi danno alla fine della sua carriera politica, mostra di non mollare e punterebbe ancora sulla vittoria. Mentre il leader della CDU, a un passo dalla cancelleria, ha assicurato: “Restituirò alla Germania una voce forte in Europa”.
Un governo solido e stabile a Berlino è quello che ci vorrebbe, nella lettura di molti osservatori, soprattutto mentre da oltreoceano Donald Trump spiazza gli europei e Volodymyr Zelensky, che campeggia sull’ultima copertina di Spiegel col titolo “tradito”.
Anche all’interno della Repubblica c’è la richiesta di una politica più incisiva, nello scenario reso ancor più cupo dal susseguirsi degli attentati: l’ultimo venerdì sera, di matrice antisemita, è stato commesso nel cuore della capitale da un 19enne siriano che avrebbe voluto “uccidere gli ebrei”.
Questi attacchi possono favorire l’ultradestra. Ma migliaia di persone continuano a manifestare contro l’AFD - rilanciata anche nelle ultime ore dagli endorsement dagli USA e dai post di Elon Musk - in tante città tedesche, compresa Berlino.
La crescita dei piccoli partiti mette a rischio la Grosse Koalition di CDU ed SPD, vera chance di un governo stabile, secondo alcuni analisti.
Stando all’ultimo sondaggio INSA, pubblicato dalla Bild, l’Unione dei conservatori sarebbe al 29,5%, seguito dall’ultradestra AFD al 21%, l’SPD è in stallo al 15%. I Verdi hanno il 12,5%. La Linke sarebbe al 7,5 e il BSW di Sahra Wagenknecht viene data al 5%, i liberali col 4,5% rischiano l’ingresso al Bundestag.