Un analisi è in corso d’opera per capire come le varie nazioni gestiscono gli animali confiscati. Non sempre i paesi sono attrezzati e di conseguenza gli animali sequestrati a volte rischiano di morire, essere soppressi o finire nuovamente nelle mani dei trafficanti.
È stato valutato il divieto totale di commerciare leoni africani e le loro parti. Alla fine il compromesso: vietato vendere ossa, artigli e denti di quelli selvatici ma rimarrà legale la compravendita della parti di quelli allevati in cattività. Il Sudafrica, che da solo ospita quasi 10'000 leoni allevati in cattività destinati alla caccia o al commercio, dovrà ogni anno documentare quanti ne vengono commerciati. Ma il punto è un altro: come riconoscere le parti del corpo di leoni allevati in gabbia da quelle di leoni selvatici?
I rinoceronti, in Africa, vengono uccisi ad un ritmo incessante per le loro corna. E il principale paese di destinazione è il Vietnam, accusato di lassismo nel far rispettare il divieto totale di commercio, che risale al 1977. Sanzioni sono quindi state minacciate; i controlli verranno intensificati.
Conoscete il pangolino? Piccolo animali grande quanto un gatto che vive in Asia e Africa, è il mammifero selvatico più trafficato. Ma da Johannesburg arriva una buona notizia: ne è stato decretato il divieto internazionale di commercio.
Lo Swaziland ha chiesto di poter ricominciare a vendere corna di rinoceronti bianchi. I proventi verrebbero destinati ad pere di conservazione dei grossi animali. Richiesta respinta dal CITES, ma se ne riparlerà…
Sono oltre 7'000 le tigri che vivono in strutture private in giro per il mondo, la stragrande maggioranza in Asia. Una nuova proposta per chiudere questi allevamenti è stata presentata durante il congresso CITES.
Ghepardi domestici: una moda dei paperoni nel Golfo Persico. Ecco, il CITES ha approvato una serie di raccomandazioni (saranno però i singoli Stati ad dover intervenire) per mettere fine a questo mercato.
Il tentativo di riaprire il mercato legale dell’avorio è stato respinto, ma –grazie al veto della Namibia- è stato pure affossata una proposta che, se adottata, avrebbe reso permanente il bando al commercio internazionale di avorio.