L'ex presidente argentina Cristina Kirchner ha trasformato mercoledì la sua prima dichiarazione davanti alla giustizia in un gigantesco raduno politico, nel quale ha respinto le accuse che le sono state mosse, espresso dubbi sul magistrato che si occupa del suo caso e accusato il Governo di Mauricio Macri di aver tradito la fiducia degli elettori.
“Mi potranno anche mandare in galera, ma non mi potranno zittire!” Così la Kirchner ha parlato per più di un'ora davanti a migliaia di suoi sostenitori di fronte al tribunale. La causa riguarda la vendita in perdita sul mercato di futures avvenuta alla fine del suo mandato. La donna, dopo essersi paragonata Peròn (deposto da un colpo di Stato nel ‘55), ha detto che “le oligarchie hanno voluto compromettere i diritti ottenuti dagli argentini”.
Infine Cristina Kirchner si è scagliata contro Macri, riferendosi alla società offshore rivelata dai Panama Papers e chiedendosi “cosa sarebbe successo se avessero scoperto conti offshore a mio nome, o dei miei fratelli, di mia sorella o di mia madre?”.
ATS/Reuters/AFP/EnCa