Il Donbass è storicamente il cuore industriale dell'Ucraina, ma è soprattutto importante per le sue materie prime. Una zona ricca, soprattutto di carbone. È il settimo produttore al mondo. Stiamo parlando di 31 miliardi di tonnellate. Circa il 92% di tutto il carbone dell'Ucraina si trova nell'area che parte dal Mare di Azov e si estende più a nord sino al fiume Dnepr. E questo fa gola sicuramente al Cremlino che nel 2021 ha siglato accordi con Cina e India per nuove forniture di combustibile fossile, in tutto per 230 milioni l’anno.
Le risorse naturali dell'Ucraina
Ma il Donbass è ricco anche di altre materie prime. Il gas ad esempio. Qui troviamo la maggior parte dei 27 miliardi di tonnellate ucraini. Oltre al gas condensato (80 mila tonnellate). Nonché il petrolio, seppure in minor misura con 135 milioni di tonnellate. Ben più presente è il petrolio di scisto, con 3,7 miliardi di tonnellate.
Qui troviamo anche altre materie prime ferro (27 miliardi di tonnellate), titanio (94 milioni di tonnellate), manganese (140 milioni di tonnellate), terre rare e mercurio 29 milioni di tonnellate). Il Donbass è in prima fila anche per la terza rivoluzione industriale con materie come nickel e cobalto. E poi le terre rare, i metalli dai nomi esotici (europio, ittrio, erbio,...) senza i quali non si fanno i microprocessori.
Che altri scopi può avere dunque?
Questi sono tutti materiali fondamentali per l’industria bellica. Ad esempio: per missili o munizioni. Ma il Donbass è pieno anche di uranio che viene utilizzato per i rettori nucleari e per le bombe atomiche.
Prima della guerra questa regione valeva il 14% del PIL ucraino. Oggi però dopo otto anni di conflitto, una situazione disastrata e una popolazione stremata ci vorranno miliardi e molto tempo per ricostruire questa regione. Si stima circa 22 miliardi di dollari. Per fare un raffronto è il 3% del PIL svizzero.
Sta per iniziare l'offensiva nel Donbass
Telegiornale 12.04.2022, 22:00