Sono state 15’846 le persone – bambini, donne e uomini – registrate come vittime di traffico di esseri umani all’interno dell’Unione Europea (UE) tra il 2013 e il 2014. A rivelarlo è il primo rapporto della Commissione europea sul tema, pubblicato giovedì.
Secondo le informazioni fornite dall’agenzia di polizia Europol, i paesi più colpiti sono l’Austria, il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi, la Spagna e il Regno Unito. Sfruttamento sessuale e sfruttamento del lavoro sono i principali motivi alla base del fenomeno.
"Data la difficoltà di denunciare questo fenomeno – si legge ancora nel documento – è probabile che il numero reale delle vittime sia nettamente superiore a quello registrato dalle autorità nazionali”. Oltre i tre quarti di quelle censite (76%) sono donne, mentre almeno il 15% erano minori.
Il rapporto mette inoltre in evidenza i collegamenti fra la tratta di esseri umani e altre forme di criminalità, e lo sfruttamento delle persone più vulnerabili nel contesto dell'attuale crisi migratoria, nonché l'aumento dell'uso di Internet e delle nuove tecnologie per reclutare le vittime.
ANSA/ludoC