È salito ad almeno 95 morti il bilancio, ancora parziale, dell’alluvione che tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina ha colpito la Spagna; l’alluvione più letale che abbia colpito il Paese da tre decenni a questa parte. Piogge torrenziali hanno colpito la regione orientale di Valencia e altre zone del Paese, spazzando via ponti ed edifici, hanno dichiarato mercoledì le autorità locali.
Una ‘DANA’ (Depresion Aislada en Niveles Altos, depressione isolata nei livelli alti) - così gli specialisti definiscono questo fenomeno, portatore di improvvisi nubifragi localizzati - come non si era mai vista in 100 anni. Il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale.
Le piogge torrenziali e le conseguenti inondazioni killer hanno colpito in particolare località situate a sud e a est di Valencia. In quella zona sono caduti in otto ore circa 490 millimetri d’acqua, ovvero la quantità media abituale di un anno, causando ammassamenti sulle autostrade e sommergendo i terreni agricoli in una regione che produce due terzi degli agrumi coltivati in Spagna, uno dei principali esportatori mondiali.
“Tutto è successo nel giro di pochi secondi, l’acqua ci arrivava fino alle ginocchia. È un miracolo che possiamo raccontarlo”, ha raccontato alla stampa locale Enrique, rimasto per quattro ore bloccato sul tettuccio della propria auto a Paiporta, dove sono morte almeno 34 persone. Lì, tra le vittime, ci sono anche due agenti della Guardia Civil e diversi anziani, sorpresi dalla furia di un vicino corso d’acqua esondato mentre cenavano nella residenza in cui erano ospiti.
L’acqua e il fango hanno però scatenato l’inferno anche in diversi altri punti della Comunità Valenciana, così come in alcune aree della Castiglia-La Mancia e dell’Andalusia. Inevitabili anche i disagi correlati, con collegamenti ferroviari interrotti, tratti autostradali chiusi e trasporti pubblici locali rimasti fuori uso. “Ci sono decine di comuni allagati, strade interrotte e ponti distrutti”, spiegava in mattinata il premier Pedro Sanchez mentre il bilancio delle vittime, ancora tutt’altro che definitivo, continuava a salire.
I residenti delle zone più colpite hanno descritto di aver visto persone sul tetto delle loro auto mentre una marea di acqua marrone scorreva per le strade, sradicando alberi e trascinando via pezzi di muratura dagli edifici. Testimoni hanno parlato di fiumi d’acqua alti 2 metri.
Il ministro spagnolo degli Affari regionali, Angel Victor Torres, ha dichiarato ai giornalisti che le autorità non sono ancora in grado di fornire il numero definitivo di tutti i dispersi, lasciando intendere che il bilancio delle vittime è destinato a salire ulteriormente. “Questo dimostra l’enorme portata di questa tragedia”, ha dichiarato. Il primo ministro Pedro Sanchez ha promesso di ricostruire le infrastrutture distrutte e in un discorso televisivo ha detto: “Per coloro che in questo momento sono ancora alla ricerca dei loro cari, tutta la Spagna piange con voi”.
“L’emergenza continua, non andate in strada”, ha avvisato Sanchez, rivolgendosi in particolare ad aree del sud-ovest e del nord-est per le quali le allerte meteo sono rimaste attive per tutta la giornata di mercoledì. Il capo della Moncloa ha indicato come “priorità assoluta” quella di “aiutare” le persone in cerca di parenti e amici ancora dispersi. Un compito per cui, oltre alle autorità di diverso ordine e grado, hanno aderito per tutta la giornata radio e tv iberiche, pronte a lasciar spazio nei loro programmi alle testimonianze di persone in cerca dei loro cari o, viceversa, intenzionate a dar notizie di sé.
Nell’incassare messaggi di vicinanza delle autorità europee e di diversi colleghi, Sanchez ha promesso che per assistere i cittadini bisognosi saranno mobilitate “tutte le risorse disponibili”. “Anche quelle dell’Unione Europea, se fosse necessario”, ha sottolineato. Sul terreno sono stati al lavoro sin dalle prime ore dell’emergenza oltre 2000 persone tra membri dell’esercito, pompieri, forze dell’ordine e sanitari.
I filmati girati dai servizi di emergenza da un elicottero mostrano ponti crollati e auto e camion accatastati l’uno sull’altro sulle autostrade, tra i campi allagati fuori dalla città di Valencia. I treni per Madrid e Barcellona sono stati cancellati a causa delle inondazioni; le scuole e altri servizi essenziali sono stati sospesi nelle zone più colpite, hanno dichiarato i funzionari. La società elettrica i-DE, di proprietà della più grande utility europea, Iberdrola, ha dichiarato che circa 150’000 clienti di Valencia sono rimasti senza elettricità. I servizi di emergenza della regione hanno esortato i cittadini a evitare tutti gli spostamenti su strada e a seguire le indicazioni ufficiali. Un’unità militare specializzata in operazioni di soccorso è stata dispiegata in alcune località per aiutare gli operatori locali.
Alcune zone di Valencia, come le città di Turis, Chiva o Bunol, hanno registrato oltre 400 mm di precipitazioni, portando l’agenzia meteorologica statale AEMET a dichiarare l’allerta rossa martedì. L’allerta è stata abbassata mercoledì, quando le piogge si sono attenuate. Si sono verificate inondazioni anche in altre parti del Paese, in Andalusia, e i meteorologi hanno avvertito che ci sarà ancora maltempo, mentre la tempesta si muove in direzione nord-est.
Il servizio meteorologico regionale della Catalogna ha emesso un’allerta rossa per l’area intorno a Barcellona, avvertendo di venti forti e grandine, mentre l’agenzia statale AEMET ha messo in allerta rossa la città di Jerez, in Andalusia.
I cambiamenti climatici e il riscaldamento del Mediterraneo
Gli scienziati affermano che gli eventi meteorologici estremi stanno diventando più frequenti in Europa a causa dei cambiamenti climatici. I meteorologi ritengono che il riscaldamento del Mediterraneo, che aumenta l’evaporazione dell’acqua, gioca un ruolo fondamentale nel rendere le piogge torrenziali più gravi. “Eventi di questo tipo, che in passato si verificavano a distanza di molti decenni l’uno dall’altro, ora stanno diventando più frequenti e la loro capacità distruttiva è maggiore”, ha dichiarato Ernesto Rodriguez Camino, meteorologo statale e membro dell’Associazione Meteorologica Spagnola.
Le polemiche contro Carlos Mazón del Partito popolare, accusato di aver sottovalutato per ore la portata dell’alluvione
Mentre la situazione nelle zone interessate dalla catastrofe resta drammatica, sul fronte politico si sono accese le polemiche. Nella bufera, in particolare, è finita la gestione dell’emergenza da parte del presidente della regione di Valencia, Carlos Mazón del Partito popolare, accusato di aver sottovalutato per ore la portata dell’alluvione. Un primo allarme rosso era stato infatti lanciato dall’autorità meteo nazionale (Aemet) martedì alle 7.00. Ma solo molte ore dopo, esattamente alle 20.03, quando tutta la zona era già travolta dell’inondazione, è arrivata sui cellulari dei residenti l’invito urgente della Protezione civile a non muoversi in tutta la provincia.
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