“La tregua è ovviamente una buona notizia, ma è difficile illudersi che possa durare molto a lungo”: si esprime così ai microfoni della RSI Paolo Magri, direttore dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano (ISPI), in merito al cessate il fuoco fra Hamas e Israele: “È difficile poiché negli ultimi 15 anni abbiamo avuto quattro scontri seguiti da tregue, ma soprattutto perché la tregua ferma le armi ma non risolve le condizioni sul terreno e di lungo termine che fanno esplodere periodicamente i conflitti”.
Vince che è d’ostacolo alla pace
Hamas da una parte e lo Stato ebraico dall’altra: entrambe le parti cantano vittoria in queste ore, ma al di là della narrazione di parte, chi vince e chi perde? “ A perdere è stata la popolazione, a Gaza ma anche in Israele laddove ci sono state vittime e infrastrutture distrutte – ci risponde l’esperto –; hanno vinto, anche paradossalmente, i due attori che maggiormente sono un ostacolo al risolvimento del conflitto sul lungo termine: Hamas, che era sempre più isolata e che si autoproclama difensore unico di tutti i palestinesi, quelli dentro la Striscia ma anche di quelli di Gerusalemme e addirittura degli arabi israeliani, e vince Netanyahu che era sull’uscio del palazzo del primo ministro dopo le elezioni israeliane e che dopo le accuse di corruzione era pronto e anche forzato a lasciare l’incarico di primo ministro con un governo alternativo in preparazione, ma ora è ritornato centrale”. Questo, continua Paolo Magri, “influirà ancora sui destini del paese”. Il presidente statunitense Joe Biden, sembrato il grande assente, “sul filo del rasoio può ancora presentarsi come vincitore, poiché può narrare che la telefonata avuta con Netanyahu durante la quale ha detto ‘basta con il fuoco’, ha avuto subito un impatto”, aggiunge il direttore dell’ISPI.
Joe Biden
Il ruolo degli USA
Si tratta infatti della prima crisi fra palestinesi e Israele per quest’amministrazione statunitense. Washington, sostiene Magri, “all’inizio è stata la grande assente: chiaramente Biden non voleva farsi coinvolgere, ma poi la fronda interna al Partito democratico ha preso posizioni molte dure e autorevoli, con la minaccia teorica di addirittura sospendere la fornitura per 750 milioni di dollari di armi a Israele, ha scosso il partito e Biden ha detto a Netanyahu che ‘il tempo e finito’ e insieme al lavoro diplomatico dell’Egitto e soprattutto del Qatar, che ha contatti stretti con Hamas, ha portato al cessate il fuoco”.
Intervista di Giuseppe Bucci
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