
La comunità LGBT di Istanbul resiste in un clima di crescente repressione. Eventi pubblici come il Pride sono stati vietati e le forze dell’ordine intervengono ogni anno con sempre maggiore forza per reprimere i tentativi dei partecipanti di marciare lungo le strade della città. In questo contesto, le drag queen trasformano i loro spettacoli in atti di dissenso, sfidando i divieti con la propria creatività.

Nonostante la pressione governativa e le restrizioni ufficiali, la cultura drag continua ad esistere, soprattutto in spazi privati (a volte segreti) dove le performer si esibiscono creando momenti di liberazione collettiva, in cui il diritto alla visibilità queer si afferma contro ogni tentativo di censura.

La repressione della comunità LGBT in Turchia si manifesta attraverso divieti, retate e campagne d’odio. In risposta, la scena queer di Istanbul sviluppa strategie di sopravvivenza e le drag queen usano il palcoscenico per denunciare, resistere e sostenere chi vive ai margini.

In una città dove l’identità queer può diventare un rischio, le uscite pubbliche delle drag queen diventano atti politici. Molte subiscono intimidazioni, ma non desistono, offrendo performances che diventano riflessioni sulla libertà, la dignità e la forza di una comunità messa sotto pressione.

In una metropoli dove la libertà di espressione è costantemente messa alla prova le drag queen continuano a esistere, a resistere e a creare, affermando con coraggio il diritto a una vita libera e visibile.