L'olandese Jeroen Dijsselbloem, che presiede l'Eurogrruppo, il centro di coordinamento dei ministri delle finanze dei 19 paesi che hanno adottato la moneta comune, ha fatto sapere che la porta per Atene non è ancora chiusa.
Se è vero lo stesso consesso poco prima aveva rifiutato di dare alla Grecia altri giorni di tregua oltre il 30 giugno per risarcire i suoi debiti con il Fondo monetario internazionale, è altrettanto vero che dalla successiva riunione è emersa la volontà di non lasciare nulla d'intentato per evitare il fallimento.
In proposito è stata evocata la possibilità di fornire assistenza tecnica al sistema bancario del paese ellenico. Gli altri 18 membri sono determinati a preservare la stabilità della zona euro, facendo uso di tutti gli strumenti a disposizione, ha aggiunto il politico batavo.
In Grecia, in Parlamento si decide sul referendum
In un clima teso è iniziata la discussione in Parlamento sull’opzione referendum lanciata venerdì dal primo ministro Alexis Tsipras. Il primo a prendere la parola, fra applausi e schiamazzi, è stato Antonis Samaras. L’ex premier conservatore greco ha affermato che questa proposta porterebbe il paese fuori dalla zona euro. Il dibattito proseguirà nella notte.
Samaras in Parlamento
AFP/dg-AlesS
Il nostro dossier: Passione greca