La scrittura è la tecnologia più semplice e antica anche per elaborare i traumi. Specialmente i traumi collettivi. Per questo, dopo la tragedia di Ponte Morandi, anche gli scrittori sono finiti "sotto il ponte".
Siamo tornati a Certosa, il quartiere all’ombra dell’autostrada che "sorvola" Genova, con Bruno Morchio, da vent’anni sulla scena letteraria con romanzi pubblicati prima da Fratelli Frilli, poi da Garzanti e Rizzoli.
“Dal mio quartiere non si vede altro che il Ponte dell’autostrada e il torrente” (da “Dove crollano i sogni”)
"La caratteristica della letteratura – spiega in questo servizio di RSI News - è quella di andare sui luoghi dove accadono gli eventi e di raccontarli, anche trasfigurandoli". La vita delle città sta slittando, ancor più velocemente al tempo del Covid-19, dal centro, spesso gentrificato, alla periferia.
E Morchio è tra quegli autori, tra Noir mediterraneo e New italian epic, che si dedicano alla narrazione di luoghi in profonda mutazione. "Il quartiere non è solamente una location dove avvengono gli avvenimenti", spiega ancora l’autore del recentissimo "Dove crollano i sogni" (Nero Rizzoli, 2020).
Checchino Antonini - Massimo Lauria