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"Sono ospiti, non pazienti"

Un albergo di Firenze ha aperto le sue porte e adattato le sue stanze per poter ospitare persone convalescenti dal Covid-19

  • 11 giugno 2020, 07:52
  • 22 novembre, 19:13
04:03

Rosary Garden: l'albergo convertito

RSI/Sara Manisera - Arianna Pagani - Ruben Lagattolla 11.06.2020, 07:45

Il Rosary Garden di Firenze non è più un hotel che accoglie turisti. È diventato un albergo sanitario che accoglie le persone positive al Covid-19. E lo resterà fino a fine giugno, nonostante l’apertura delle frontiere e del turismo.

Monica Landi e suo figlio Andrea, albergatori in Firenze

Monica Landi e suo figlio Andrea, albergatori in Firenze

  • ©Arianna Pagani

Un’esperienza molto diversa rispetto a quella dell’
Hotel Michelangelo a Milano. Qui, infatti, è rimasto il clima di un albergo a conduzione familiare. Monica Landi e suo figlio Andrea, infatti, si prendono amorevolmente cura degli ospiti, non pazienti, ci tengono a ribadire. “Seppure in una situazione totalmente diversa è rimasta quell’atmosfera di calore, quel senso di albergo famigliare. Ci fa piacere che le persone sentano la nostra vicinanza soprattutto in un’occasione particolare come questa”, spiega Monica Landi.

Lei e il figlio, sono alcuni degli albergatori fiorentini che hanno risposto positivamente all’appello dell’Azienda per la Tutela della Salute di mettere a disposizione il proprio hotel per la quarantena dei pazienti positivi al Covid-19 che non hanno un altro posto per trascorrerla al sicuro. Le 13 stanze sono state sanificate e trasformate in stanze ospedaliere. Ogni giorno personale medico e sanitario visita i pazienti e porta loro da mangiare. Benché isolati nelle loro stanze, a rispondere alle loro richieste ci sono madre e figlio, presenti 24 ore su 24.

Da quando l’albergo è stato trasformato, sono circa una ventina i pazienti che hanno trascorso la quarantena nell’albergo. Alcuni sono già andati a casa ma la signora Landi ha detto a tutti : “Tornate a trovarci per un caffè, ci piacerebbe rivedervi senza mascherine”. E sul futuro lei resta ottimista: “Anche se non abbiamo ancora prenotazioni, speriamo che i turisti tornino presto”.

Sara Manisera

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