L’unica notizia di rilevanza nazionale che riguarda Ashtabula, cittadina di 18’000 abitanti dell’Ohio sul Lago Erie, è un tragico incidente ferroviario datato 29 dicembre 1876. Novantadue persone persero la vita dopo che il ponte su cui transitava il treno era collassato.
Anche oggi si muore in questa località del nord est dell’Ohio ma la notizia fa meno rumore. Le statistiche allarmanti vengono velocemente classificate come emblematiche delle molte epidemie che flagellano le zone rurali, l’America dimenticata. Il numero di morti violente, incidenti od overdose, o di decessi per malattie croniche è di gran lunga superiore le medie nazionali: sono sempre più i morti sotto i 64 anni. L’aspettativa di vita è di tre anni e mezzo inferiore a quella dello stato (75,3) a sua volta più bassa di quella nazionale di 76,1 anni (in Svizzera è di 84,2).
I problemi della città e della contea a nord dell’Ohio sono quelli dello stato, e in gran parte quelli dell’America. Il dottor Brad Schneider è cresciuto in questa regione e dopo gli studi e l’esperienza clinica ha deciso di aprire un ambulatorio proprio ad Ashtabula. Una mossa in controtendenza, spiega al Telegiornale, “qui c’è in media un medico di base ogni 3’330 persone, nel Paese uno ogni 1’310” [n.d.r.: in Svizzera ci sono 4 medici ogni 1000 persone]. Manca un rapporto di fiducia con il medico, spiega, “con l’Affordable Care Act – l’assicurazione sanitaria – e con i mastodontici investimenti nella sanità ci si è illusi si potesse risolvere il problema, ma non bisogna guardare alle cause e vedere che manca la medicina di base”. Quale le patologie più incontrate? Si va dall’obesità, “il 42 per cento qui ne è afflitto”, dice Schneider, ai problemi ai polmoni e alla pressione, “il 30 per cento degli abitanti qui è tabagista”.
Il dottor Brad Schneider
Poco più a sud, a Cleveland è stato inaugurato lo scorso autunno il nuovo ospedale per l’area metropolitana. Vi lavora il dottor James Misak, ex medico di famiglia oggi esperto di sanità pubblica. Conosce l’Ohio e conosce gli Stati Uniti. Dopo un rallentamento negli Anni Dieci, dal 2019 l’aspettativa di vita è iniziata scendere e il Covid non basta a spiegarne il declino.
Domanda: Come spiegare il calo, ormai costante, della speranza di vita?
James Misak: “In breve… è complicato. La risposta più lunga è che negli Stati Uniti, rispetto ad altri Paesi, ci sono più persone che muoiono di malattie croniche prima dei 64 anni. Abbiamo una maggiore incidenza di violenza da arma da fuoco. Ci sono più morti per oppioidi. E questi fattori, nel complesso, portano a una minore aspettativa di vita.”
D.: È un problema del sistema sanitario?
J.M.: “L’accesso all’assistenza sanitaria è parte del problema. Siamo l’unico paese occidentale industrializzato che non garantisce ai propri cittadini l’accesso universale all’assistenza sanitaria. Ma la questione è più ampia. Fino all’80% della salute e del benessere degli individui nelle comunità è dovuto a fattori esterni alla fornitura di assistenza sanitaria, come il contesto socioeconomico e le decisioni politiche”.
James Misak, MetroHeath System, Cleveland (OH)
D.: Pensando all’Ohio quanto queste ultime influiscono?
J.M.: “In Ohio, ad esempio, rispetto ad altri Stati, le tasse sulle sigarette sono più basse, i fumatori quindi sono di più. C’è un’applicazione più lassista dei controlli delle infrazioni stradali, ad esempio sulle cinture di sicurezza, e quindi i traumi automobilistici sono maggiori. E c’è pure stato un relativo disinvestimento nella sanità pubblica. E queste cose hanno conseguenze.
La centrale elettrica a carbone chiusa nel 2015
D.: Pensando ad alcune patologie, penso all’obesità, non si tratta di una novità. È venuta meno la sensibilizzazione?
J.M.: “Credo sia un errore considerare problemi come l’obesità come semplicemente legati a una scelta individuale. L’obesità è influenzata da molti fattori. Hai un lavoro stabile? Hai accesso a cibo nutriente? Vivi in un quartiere sicuro e percorribile a piedi? Potete andare dal medico quando ne avete bisogno? Ci sono quindi molti fattori che contribuiscono, è sbagliato considerarle solo scelte individuali, poiché profondamente modellate dall’ambiente in cui si vive”.
D.: Ma come spiegare che negli Stati Uniti che investono nella medicina miliardi di dollari si sia confrontati
J.M.: “È denaro, a mio avviso, speso male. In percentuale rispetto al budget, gli Stati Uniti spendono meno di altri Paesi per le cure di base. E in confronto investiamo meno per quella pubblica di quanto spendiamo complessivamente per la sanità. E queste scelte hanno un impatto, sulla salute delle persone e, in ultima analisi, sull’aspettativa di vita”.