“Per questioni di politica di sicurezza la modifica è adeguata e necessaria. I timori circa l’impiego di armi svizzere in guerre civili sono infondati”. È una prima risposta del Governo ad un atto parlamentare sul previsto allentamento delle condizioni d’esportazione di armi. La modifica riguarda le forniture a paesi in guerra civile, verso i quali verrebbe mantenuto un divieto di principio, con deroghe dove si può essere sicuri riguardo all’effettivo impiego delle armi. Il Nazionale ne parlerà mercoledì durante un dibattito urgente.
“Si tratta di sostituire un divieto assoluto con distinzioni su materiale e destinatari – aggiunge il Consiglio federale – le nostre norme resteranno più severe rispetto ai trattati internazionali. Valuteremo caso per caso”.
L’Esecutivo è stato interpellato da tutti i principali partiti fornendo risposte che vanno a precisare la sua posizione. Il Medio Oriente rimane escluso da qualsiasi cambiamento, ma si pensa a destinatari come Thailandia, Pakistan e altri paesi asiatici e sudamericani. Le armi fornite sarebbero sistemi di difesa nazionali, come cannoni per la marina militare o pezzi d’assemblaggio per aerei. Le armi da fuoco come fucili e granate sono escluse.