Molti a Bulle non vedono l’ora. “In termini fiscali e di lavoro parliamo di guadagni ai quali la regione non può certo rinunciare. Dire no a Rolex significa rinunciare alla nostra prosperità”. Va diretta all’essenziale la municipale della città friburghese, Marie-France Roth Pasquier, nello spiegare perché la costruzione dell’imponente fabbrica orologiera garantirà il futuro benessere della “capitale” della Gruyère.
“Bulle - spiega Roth Pasquier alla RSI - è da anni la città Svizzera con il maggiore aumento di popolazione. Con l’arrivo di Rolex la città crescerà ulteriormente e in tutt’altra dimensione”.
È lei la titolare politica del dossier Rolex a Bulle, dove è previsto un centro di produzione da 2’000 impieghi. Il progetto del gruppo orologiero prosegue il proprio iter e negli scorsi giorni è stata annunciato l’inoltro della domanda di costruzione. Il complesso, lungo 380 metri, coprirà 261’600 metri quadrati di superficie, per un volume di 1,43 milioni di metri cubi. Verranno costruiti quattro edifici dedicati alle attività produttive, che saranno collegati tra loro da un edificio per le aree amministrative, di riunione e di riposo. Un’altra costruzione di 5 piani, alta 32 metri, segnerà l’ingresso principale. L’azienda non ha precisato il costo del progetto, ma il budget complessivo è stimato in un miliardo di franchi.
L’agglomerato che attende il re degli orologi si è già industrializzato negli anni ‘80 con la costruzione dell’autostrada. Per realizzare la sua fabbrica il marchio del lusso ha scelto un sedime di 100’000 metri quadrati. “Dieci anni fa un contadino ci ha venduto il terreno dopo 20 anni di negoziati. Poi è arrivata la Rolex e ha comprato tutto”, ricorda la municipale.
La Rolex è attratta dal potenziale di manodopera. “Nelle regioni in cui opera come il Giura e la zona di Bienne, c’è penuria e sappiamo quanto sia difficile trovare personale. Speriamo che lo trovino qui”, dice Roth Pasquier
Per la città si apre un cantiere globale. Nuove strade, nuove scuole, nuove case, servizi pubblici ampliati. Tanto duro lavoro in vista insomma, per le autorità. La promessa di importanti ricadute economiche non convince però tutti. Sono in diversi qui a temere la perdita di autenticità della città. “Rolex non cambierà certo la vita della nostra cittadina di campagna che continuerà ad essere dinamica e tipica della Gruyère”, assicura la municipale. Bulle rivendica dunque la propria identità. E che nessuno osi chiamarla un giorno Rolex City.