Svizzera

COMCO di traverso, Quickmail non sarà della Posta

L’acquisizione del gruppo attivo in settori simili al gigante giallo creerebbe un monopolio e del resto c’è un’alternativa - Quickmail: “Conseguenze per oltre 3’000 dipendenti”

  • 19 gennaio, 07:51
  • 19 gennaio, 10:16
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Il gruppo Quickmail, con le sue due società Quickmail e Quickpac, consegna in tutta la Svizzera

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info

La Commissione della concorrenza (COMCO) ha vietato l’acquisizione del distributore di posta e pacchi non indirizzati Quickmail da parte della Posta Svizzera. Secondo la COMCO, l’acquisizione avrebbe eliminato la concorrenza effettiva in almeno un mercato. E c’è un’alternativa.

Infatti, oltre alla Posta, esiste un altro potenziale acquirente del gruppo Quickmail, che dispone di molti anni di esperienza nel settore dei servizi postali. L’acquisizione da parte di quest’ultimo consentirebbe al gruppo Quickmail di continuare a esistere sul mercato, mantenendo così la concorrenza con la Posta e rappresentando pertanto una soluzione più favorevole alla concorrenza.

Il gruppo Quickmail, con le sue due società Quickmail e Quickpac, consegna lettere, invii non indirizzati (ad esempio volantini pubblicitari), giornali e riviste e pacchi in tutta la Svizzera. Anche la Posta Svizzera è attiva in questi settori.

La COMCO ha esaminato in dettaglio questa acquisizione e ha riscontrato che eliminerebbe la concorrenza nel mercato degli invii nazionali indirizzati di peso superiore a 50 grammi per la clientela commerciale. Inoltre, l’acquisizione creerebbe o rafforzerebbe una posizione dominante per la Posta in vari mercati della corrispondenza e dei pacchi postali, così come nel mercato della distribuzione di giornali e riviste. L’acquisizione di riflesso creerebbe un monopolio.

Quickmail: 3’000 impieghi minacciati

Quickmail deplora la decisione COMCO. Stando all’azienda, il provvedimento mette a rischio più di 3’000 posti di lavoro, si legge in un comunicato.

Quickmail sottolinea che l’offerta di acquisto della Posta è stata motivata dal fatto che, anche dopo intensi sforzi, non è stato possibile trovare un’altra opzione valida per garantire la sopravvivenza dell’azienda. Quest’ultima sottolinea anche il calo del numero di lettere e il fallimento della liberalizzazione del mercato.

“Siamo scioccati dalla decisione irresponsabile della COMCO e dalle sue possibili drastiche conseguenze per oltre 3’000 dipendenti”, dichiara, citato nella nota, Marc Erni, presidente del consiglio di amministrazione di Quickmail.

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