Caro affitti, ora tra le cause anche le ristrutturazioni

Dal Tribunale federale arriva una notizia che non farà la gioia di molti inquilini. Secondo una sentenza i proprietari di case o appartamenti possono guadagnare di più in seguito a una ristrutturazione. In altre parole: gli affitti potranno aumentare ancora più di oggi.

Nel 2016, la proprietaria di un appartamento di Ginevra (un 5 locali abitato da 40 anni dagli stessi inquilini) aveva deciso una ristrutturazione, accompagnata da un aumento del canone d’affitto. Dai precedenti 905 franchi a 1’420 franchi. Troppo per gli inquilini che avevano portato il caso in tribunale. In seconda istanza la Corte di giustizia del canton Ginevra aveva fissato la pigione ammissibile a 985 franchi, quindi poco più del valore precedente.

Ora però ecco la sentenza del Tribunale federale, che ha accolto il ricorso della locatrice e ha definito accettabile un aumento del 23%, fino a 1’117 franchi. Il calcolo è complesso, ma in sostanza i giudici di Losanna ritengono che nell’attuale contesto di tassi di interessi bassi, i proprietari possano conseguire un reddito che supera del 2% il tasso di interesse di riferimento (scivolato da tempo sotto la soglia del 2%). Finora questo reddito era invece limitato allo 0,5%.

Se ne rallegra l’associazione dei proprietari fondiari. La vicedirettrice Monika Sommer: “Significa che i proprietari che effettuano ristrutturazioni che aumentano il valore dell’appartamento o risanamenti energetici non devono mettere in conto un calo del reddito”.

Di tenore opposto la reazione dell’associazione inquilini. Per il vicepresidente Michael Töngi, la sentenza significa in primo luogo affitti ancora più cari di oggi. A suo dire le ristrutturazioni non devono essere fatte sulle spalle degli inquilini. Ma intanto il Tribunale federale nella sentenza ricorda anche la volontà del legislatore, quella cioè di incentivare i locatori a mantenere gli immobili in buono stato.