Svizzera

Eleganti e belli, anche se diversi

Un manifesto per la moda inclusiva - Che cos’è e perché ce n’è bisogno – L’esempio delle creazioni del ticinese Alain Zanchetta

  • 28 maggio 2021, 19:23
  • 20 novembre, 20:20
02:53

RG 18.30 del 27.05.21: la corrispondenza di Lucia Mottini

RSI Info 28.05.2021, 19:18

  • ©Isabelle Meister/Out of the Box
Di: Lucia Mottini 

"Vogliamo vestiti facili da indossare, ma che riflettano anche la personalità di ognuno di noi: perché anche noi aspiriamo a essere presentabili e belli". Si potrebbe riassumere così il pensiero che anima il Manifesto della moda inclusiva, appena pubblicato a Ginevra e firmato da diverse personalità attive nel campo dell’handicap e della creazione. La sua presentazione è avvenuta alla manifestazione "Tu es canon" tenutasi nell'ambito di "Out of the Box - Biennale delle arti inclusive".

La Trasporta bag di Alain Zanchetta

La Trasporta bag di Alain Zanchetta

  • @AtoZED

Alain Zanchetta ci mostra la borsa che ha creato come lavoro di bachelor in design industriale: è di un bel tessuto blu con rifiniture di cuoio nero. Potrebbe piacere a tutti, ma in più ha diverse caratteristiche pensate per facilitare la vita a chi ha un handicap motorio. La base rigida in cuoio – spiega il giovane designer ticinese – la rende facile da trasportare per chi si trova in carrozzella e può tenerla sulle gambe. Non ha cerniere, ma chiusure in velcro. Le diverse maniglie in cuoio permettono una buona presa e di agganciarla allo schienale della sedia a rotelle, oppure a un passeggino.

Un prodotto pensato assieme a persone in carrozzella. Come mai questa sensibilità per esigenze così speciali? "Il fatto di avere io stesso una disabilità motoria mi avvicina al tema - spiega -. Ma non è solo questo. Occorre riconoscere che la diversità ha un grandissimo potenziale e noi designer dobbiamo sfruttarlo per creare prodotti fruibili dal maggior numero di persone possibile. Pensiamo ad esempio al fatto che la nostra popolazione invecchia: il design inclusivo va incontro ai bisogni di tutti".

Per sviluppare la sua borsa, Alain Zanchetta ha consultato persone in sedia a rotelle e ha messo in pratica i principi del design universale: "Non solo nella moda, ma anche nell’architettura ad esempio, la diversità deve essere presente al tavolo quando si parte con un progetto".

Bottoni troppo piccoli, lacci complicati limitano la scelta dei vestiti. "Si tratta di spingere verso una moda più inclusiva", spiega da parte sua Teresa Maranzano dell’associazione ginevrina ASA-Handicap mental. "Ci sono dei piccoli stratagemmi, delle piccole innovazioni tecnologiche che possono essere adottate in qualsiasi collezione di moda, che sia di prêt-à-porter o di haute couture, e che rendono questi abiti più facilmente accessibili a persone che hanno dei problemi di motricità o mobilità".

Alla moda si associa spesso un lato vanesio, superficiale. Jérôme Gaudin, municipale di Pully, nel canton Vaud, e psicologo di formazione ci spiega dalla sua sedia a rotelle perché invece è fondamentale anche per lui. "Vogliamo poter indossare abiti che corrispondano alla nostra personalità. Faccio un esempio personale: quando piove posso solo mettere una mantella marrone d’inverno e una blu d’estate. Siamo considerati ancora un mercato di nicchia".

Invece sarebbero circa il 25% le persone che non corrispondono agli standard della moda. L’abito non serve solo a tener caldo: "Se il primo ruolo è quello di coprirci, il secondo ruolo del vestito è di trasmettere un’immagine di noi – prosegue Jérôme Gaudin –. E gli handicappati sono come tutti: hanno voglia non solo di essere belli, ma anche di avere uno stile".

Il concetto di moda inclusiva comincia a farsi strada e potrebbe diventare anche un argomento di vendita. "E perché no?" – esclama Teresa Maranzano –. Una grande casa di moda ha già creato una collezione parallela adattata ai bisogni di chi è portatore di un handicap. E un famoso produttore di scarpe da ginnastica ha creato una calzatura che si può mettere e togliere senza usare le mani. "Però non le ha pubblicizzate come scarpe per disabili: nella campagna promozionale sono presentate come scarpe per tutti".

Al giovane designer ticinese Alain Zanchetta lasciamo la frase finale: "Non basta la praticità. Occorre anche poter fare un’ottima figura. Perché tutti noi vogliamo poter indossare qualcosa di bello".

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