In Svizzera 28'000 nuovi contagi

Le quarantene stanno mettendo in difficoltà le aziende; molti cantoni, tra cui il Ticino, hanno deciso di ridurle da 10 a 7 giorni. l’economia e anche parte della politica chiede un ulteriore accorciamento a 5 giorni, se non addirittura l’annullamento di questa misura. Una richiesta a cui é contrario Urs Karrer, infettivologo membro della Task Force nazionale, che spiega: “Non vediamo alcuna evidenza secondo cui un ulteriore accorciamento della quarantena avrebbe scientificamente senso. Al momento con le quarantene copriamo il periodo in cui qualcuno può infettarsi più quello in cui è potenzialmente contagioso. Adesso questo periodo è stato un po’ accorciato in molti cantoni, e questo è ancora accettabile, ma un ulteriore accorciamento non avrebbe senso. Annullarle del tutto richiederebbe una valutazione tra i danni epidemiologici e i vantaggi economici. Al momento riteniamo ancora che i benefici dal punto di vista epidemiologico siano maggiori dei danni economici causati dalle quarantene. Ma può darsi che tra due settimane la situazione sarà cambiata”

I tamponi effettuati ogni giorno sono molti. E le possibilità di effettuarli non bastano a soddisfare la richiesta. Per questo motivo, sabato e domenica è prevista un’estensione di test per il coronavirus nei tre centri cantonali di Bellinzona, Lugano e Mendrisio, ai quali si aggiungerà anche Rivera. Questo significa anche, con buona probabilità, lavoro in più per i laboratori di analisi, che già in questo momento sono oberati. L’associazione svizzera che li rappresenta chiede che, per i test PCR, vengano rispettate le priorità fissate dalla Confederazione. Ovvero dare precedenza ai test dei sintomatici e delle persone a stretto contatto con dei positivi.

L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sta pensando di adattare la strategia di test. In futuro quindi non dovrebbe più essere necessario effettuare un test PCR di controllo in caso di esito positivo a un tampone rapido antigenico. “Non appena la decisione sarà presa, i cantoni e i laboratori saranno informati”, ha detto stasera un portavoce dell’UFSP all’agenzia di stampa Keystone-ATS confermando notizie pubblicate dai portali online della “NZZ” e del “Blick”. Secondo l’UFSP, se l’esito del test rapido è positivo, c’è una probabilità molto alta di essere effettivamente infetti. Nell’attuale situazione epidemiologica, i “falsi positivi” sono infatti molto improbabili. Per questo motivo, l’UFSP sta esaminando un adattamento della strategia di test, che renderebbe obsoleto un tampone di conferma PCR. Finora il risultato di un test rapido dell’antigene non era sufficiente per una diagnosi definitiva.

In Germania, anche i vaccinati senza terza dose e i guariti dovranno esibire un test negativo per entrare in ristoranti e bar. È quello che ha riferito il cancelliere Olaf Scholz, dopo il vertice Stato-Regioni a Berlino, parlando dell’accordo preso alla Conferenza di oggi, venerdì.

Anche per il fine settimana dell’8 e 9 gennaio, in Ticino è prevista un’estensione dell’offerta di test per il coronavirus. Le persone che presentano sintomi anche lievi – raffreddore, febbre, mal di testa, mal di gola, perdita improvvisa di gusto o olfatto – sono invitate a mettersi in auto-isolamento e ad annunciarsi per un test PCR alla hotline cantonale (tramite telefono, e-mail o whatsapp) oppure contattando una delle farmacie a disposizione. Al Centro della Protezione civile di Rivera sarà allestita una modalità «drive-in», accessibile su prenotazione, che permetterà di testarsi senza dover scendere dal proprio veicolo, comunicano le autorità cantonali.

Emmanuel Macron difende le parole pronunciate nei giorni scorsi riguardo ai non vaccinati, che avevano avuto una forte eco mediatica. Il capo dello Stato francese aveva detto di voler complicare loro la vita e usato il poco presidenziale termine di “emmerder”. “Si può discutere delle forme di espressione che possono sembrare familiari”, ha dichiarato venerdì in una conferenza stampa con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma “la vera frattura nel Paese” è dovuta “a chi fa della sua libertà un’irresponsabilità, uno slogan”. La strategia per combattere il coronavirus e le sue conseguenze rimane una sola: “Vaccinare, vaccinare, vaccinare”.

Il dato dei contagi reso noto oggi, venerdì, dall’Ufficio federale della sanità pubblica è in calo rispetto a quello comunicato giovedì. Le nuove infezioni da coronavirus registrate dall’UFSP sono 28’038. Altre 10 persone sono morte di Covid-19, mentre 126 hanno dovuto essere ricoverate in ospedale.

Una settimana fa Berna aveva annunciato 18’950 contagi, quindi 9’000 in meno, 24 morti e 128 ospedalizzazioni. La tendenza è ancora all’insù, visto un tasso di riproduzione di 1,37 (dato che ha una decina di giorni di ritardo rispetto agli altri). Il tasso di positività dei tamponi di cui è stato trasmesso il risultato supera il 29%. Negli ultimi 14 giorni, l’incidenza in base alla popolazione si attesta a 2’751,25 ogni 100’000 abitanti.

Da inizio pandemia ha contratto il virus quasi un milione e mezzo di persone.

Nelle terapie intensive degli ospedali svizzeri sono ricoverati attualmente 691 pazienti. Di questi 291 sono affetti da Covid-19. Occupano da soli il 33,2% dei letti disponibili.

La vaccinazione pediatrica scatta già da domani, sabato, nel canton Berna. I bambini dai 5 agli 11 anni potranno recarsi in uno dei tre centri predisposti a Berna, Bienne e Thun. Gli iscritti sono circa 6’200, restano al momento 3’000 posti liberi. La fornitura di Pfizer a disposizione del cantone è sufficiente per 28’000 vaccinazioni.

Interpellato sulla petizione contro la mascherina a scuola dalla prima elementare, Giorgio Merlani ricorda che le mascherine sono usate da anni da bambini con patologie e che non danno problemi di salute. “Ci sono dati scientifici solidi sulla protezione e sulla sicurezza”, afferma. Il carico del coronavirus sui bambini “è leggero”, ammette, ma comunque superiore a un eventuale disagio causato dalla mascherina. “Meglio farla portare che dover chiudere la scuola in seguito”.

A causa dell’assenza di capitreno e macchinisti vi sarà una limitazione temporanea dei servizi TILO dal 10 gennaio. La Linea TILO S40 continuerà a essere completamente soppressa. Sarà inoltre introdotta una parziale riduzione dei servizi transfrontalieri sulle linee TILO S10 e S50 nella fascia mattutina (prima delle 5.00) e serale (dopo le 23.30). I viaggiatori sono invitati a prestare attenzione agli avvisi in stazione e a consultare l’orario online prima di mettersi in viaggio.

Zanini aggiorna ora sul vaccino per i bambini dai 5 agli 11 anni, per il quale l’iscrizione sarà aperta da lunedì, 10 gennaio: la prima fornitura è arrivata in Ticino il 29 dicembre. Si tratta di un farmaco diverso da quello somministrato agli adulti, che va somministrato in due dosi a distanza di tre settimane.

Due sono i gruppi a cui il vaccino è destinato in particolar modo: i bambini con malattie croniche che li mettono a rischio o quelli che vivono con persone particolarmente a rischio. È comunque possibile vaccinare chiunque, con l’eccezione dei bambini che hanno già fatto la malattia a meno che rientrino nei primi due casi.

Il vaccino sarà somministrato innanzitutto negli studi di 35 pediatri che hanno aderito alla campagna. Ogni pediatra vaccina i suoi pazienti. Chi ha un medico non nella lista può andare al centro cantonale di Giubiasco in giornate dedicate ai bambini, le prime domenica 16 e domenica 23 gennaio. In questi casi l’iscrizione va fatta tramite la piattaforma sul sito del cantone e non telefonicamente.

Chi ha un appuntamento per il richiamo ed è positivo ora deve disdire l’appuntamento e lasciare posto ad altri. “Bastano 10 secondi sul telefonino”, dice Zanini. La malattia vale quale “richiamo naturale”. Chi è in quarantena ma non contagiato lo deve invece mantenere o, se la vaccinazione è prevista durante la quarantena, lo deve rinviare

La parola passa al farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, che aggiorna sulla campagna vaccinale: superate le 600’000 iniezioni in Ticino. La domanda è se questo sforzo sia servito a qualcosa: “conosciamo tutti qualcuno che ha sviluppato la malattia nonostante due o persino tre dosi di vaccino. Abbiamo dovuto anticipare il richiamo ai 4 mesi dopo la seconda dose, eravamo tutti convinti che il vaccino tenesse di più. Queste domande sono comprensibili”, sottolinea Zanini.

“Per arrivare a capire l’effetto di Omicron sulle ospedalizzazioni ci vorranno ancora due settimane”, afferma, ma sulla base dei ricoveri nelle due settimane a cavallo dell’Anno Nuovo si vedono intanto “un numero rilevante di persone anche giovani” e che in proporzione alla popolazione i non vaccinati sono molto più numerosi “in tutte le fasce di età”.

In parole povere, nelle due settimane in questione “chi non è vaccinato ha corso un rischio di 15-20 volte superiore di finire in ospedale”. Senza vaccinazione avremmo avuto un numero di ricoveri “almeno 5 volte superiore”

Merlani chiarisce ancora una volta la differenza fra isolamento e quarantena. Il primo tocca le persone risultate positive al virus e dura 10 giorni, la seconda i contatti stretti e dura ora 7 giorni. Lancia inoltre un appello ai datori di lavoro perché proteggano i loro collaboratori: in molti settori il gran numero di contagi sta portando e potrebbe continuare a portare a numerose assenze fra il personale.

“Meno della metà delle persone ospedalizzate sono vaccinate” e la quota di popolazione vaccinata è molto più che grande. “Delle 11 persone in terapia intensiva nei nosocomi dell’Ente ospedaliero ticinesi, solo 2 sono vaccinate”, sottolinea Merlani.

Il contact tracing è in difficoltà di fronte all’enormità del numero dei casi, sottolinea Merlani, che alla popolazione chiede pazienza: “Ci si può lamentare se scendono 50 centimetri di neve e il giorno dopo le strade sono impraticabili, ma in questo caso sono 5 metri di neve e le autorità stanno cercando di predisporre uno spazzaneve adatto”

Il numero di ospedalizzazioni non è molto elevato perché Omicron sembra meno aggressiva, perché passano dei giorni fra contagio e ospedalizzazione ma anche perché solo una piccola parte dei positivi - meno del 10% - supera per ora i 60 anni. “Non bisogna quindi ancora cantare vittoria”, sottolinea Merlani.

Il Ticino è stato a lungo il primo della classe, ma con la comparsa di Omicron ha cambiato le cose: “Abbiamo superato il resto della Svizzera e siamo il cantone con l’incidenza più alta”, ricorda Giorgio Merlani commentando i dati odierni in apertura di conferenza stampa.

La percentuale di test positivi, che l’OMS raccomanda sia sotto il 5%, tocca ormai il 40%.

Da 1’000 a 1’500 test al giorno siamo saliti rapidamente a 4’000-4’500.

Nel Canton Ticino le vaccinazioni dei bambini fra i 5 e gli 11 inizieranno lunedì 10 gennaio. Le modalità di accesso alla vaccinazione saranno due: tramite gli studi pediatrici (sono oltre la trentina quelli che aderiscono alla campagna) oppure su appuntamento al Centro cantonale di Giubiasco in giornate predefinite (le prime: domenica 16 gennaio e domenica 23 gennaio). Lo si legge in un comunicato diramato dalla Stato maggiore della regione Moesa.

I dettagli sono disponibili sul sito ti.ch/vaccinazione.

Le iscrizioni per gli appuntamenti sono aperte da lunedì 10 gennaio sulla piattaforma cantonale disponibile al sito www.ti.ch/vaccinazione. Sullo stesso sito è pure consultabile la lista dei pediatri che vaccinano in studio.

Le scuole reclute, ancora una volta a causa della pandemia, inizieranno in maniera scaglionata. Un terzo delle circa 11’200 nuove leve inizierà il 17 gennaio con l’insegnamento a distanza. Il servizio fisico invece partirà il 31 gennaio. Prima di entrare in servizio fisicamente, si legge in un comunicato odierno dell’esercito, i militari dovranno sottoporsi a un test PCR o antigenico. In caso di risultato positivo dovranno rimanere a casa. Chi entrerà in servizio, verrà sottoposto a un nuovo test nel corso della prima settimana.

L’insegnamento a distanza prevede sei ore di studio individuale e apprendimento al giorno, nonché quattro ore di allenamento sportivo alla settimana. Queste attività conteranno come giorni di servizio a tutti gli effetti. L’efficacia dell’apprendimento verrà poi verificata all’entrata in servizio fisica. Anche i circa 2’500 quadri entreranno in servizio in modo scaglionato, con circa un terzo che inizierà il corso preparatorio a distanza. Oltre a questo, le misure di protezione verranno costantemente aggiornate. Verranno utilizzare mascherine FFP2 e i congedi e le libere uscite saranno sospese almeno per tutto il mese di gennaio.

Sono 1’528 i nuovi casi annunciati dalle autorità sanitarie ticinesi, un centinaio in meno di giovedì, ma si registrano 3 nuovi decessi dovuti al Covid-19 e un aumento da 13 a 14 dei ricoverati in terapia intensiva. In tutto gli ospedali del cantone ospitano 153 pazienti colpiti dal coronavirus (+4 rispetto a ieri).

Nelle case anziani del cantone si registrano rispetto al precedente aggiornamento fornito dall’Adicasi 12 nuove positività al test, per un totale di 35 contagiati distribuiti fra 15 dei 68 istituti esistenti. Un residente è morto, uno è stato ospedalizzato e 3 sono guariti dalla malattia.

La contagiosità della variante Omicron ha cambiato drasticamente la situazione epidemiologica in Svizzera, portando al limite di capacità i laboratori dove vengono effettuati i test PCR. L’associazione che li rappresenta chiede ora di applicare le regole di priorità della Confederazione: le persone sintomatiche e a contatto stretto con positivi devono avere la priorità rispetto ai test di gruppo in scuole o aziende.

Nelle ondate precedenti non si era mai andati oltre i 56’000 tamponi al giorno in Svizzera, il picco ora è stato di 77’000 e il tasso di positività in alcuni cantoni ha superato anche il 40%.

Effetti positivi sulla salute degli studenti sono stati osservati durante la primavera del 2020, con l’introduzione dell’insegnamento a distanza. Lo evidenzia uno studio dell’Università di Zurigo compiuto su circa 3’600 allievi (dai 10 ai 20 anni). La migliore qualità del sonno - dovuta a tempi di riposo più lunghi del solito - invita a riflettere sull’opportunità di posticipare definitivamente l’orario delle lezioni, dicono gli autori dello studio. In altri Paesi l’orario è fissato alle 9 e non attorno alle 8 come è generalmente il caso nella Confederazione.

In Ticino alle 10.30 il medico cantonale Giorgio Merlani e il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini terranno una conferenza stampa per comunicare alla popolazione un aggiornamento sulla situazione pandemica e sull’andamento della campagna vaccinale nel cantone.

Per il terzo giorno consecutivo il cantone dei Grigioni ha annunciato venerdì oltre 1’000 nuovi contagi. Sono per la precisione 1’214 i casi accertati. Quelli attivi salgono così a 6’540 e se si considerano le persone in quarantena (1’786) sono oltre 8’300 i grigionesi (su circa 200’000 abitanti) che attualmente sono costretti a casa. Dopo le due di giovedì, non si registrano nuove vittime e il bilancio della pandemia è fermo a 234 morti. In ospedale si sono 39 pazienti affetti da Covid-19 (+1), di cui 10 in terapia intensiva.