La decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo – che, ricordiamo, ha condannato per violazione della privacy un assicuratore elvetico che era ricorso a dei detective privati per spiare i comportamenti di una cliente – ha già fatto giurisprudenza. La SUVA ha annunciato che per il momento rinuncia a ricorrere a investigatori nella lotta alle frodi assicurative. Una decisione, spiegano, che fa seguito alla sentenza di Strasburgo.
L’istituto nazionale di previdenza contro gli infortuni afferma in un comunicato inviato giovedì che sta valutando la situazione e le eventuali implicazioni per decidere in seguito la strada da intraprendere. Il ricorso a investigatori, spiegano, è comunque una decisione puntuale, che non supera le 10-15 volte all’anno.
L’assicuratore ha chiuso 574 casi di sospetta frode nel 2015, controllando 2,5 milioni di fatture, respingendone 290'000 per un risparmio di 200 milioni di franchi.
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