L’estate scorsa, durante la fase meno critica della pandemia, il Dipartimento federale della difesa ha ventilato la possibilità di vendere a Paesi africani mascherine del tipo FFP2 considerate non più in linea con gli standard svizzeri, qualitativamente più elevati. Alla fine però non se ne è fatto nulla, ha dichiarato un portavoce dell’esercito.
Intanto Svizzera ed Europa sono confrontati con ritardi nelle forniture dei preparati anti-Covid 19 di Pfizer/BioNTech e di Moderna, mentre dall'autorità europea del farmaco (EMA) è arrivato il via libera al vaccino di AstraZeneca, medicamento che in Svizzera, per ora, non è ancora stato omologato. Anche in Ticino le forniture sono state procrastinate tanto che le autorità sanitarie cantonali, già ieri, venerdì, hanno comunicato che del vaccino di Moderna arriveranno, a febbraio, 12'300 dosi in meno del previsto ciò che ha obbligato il Dipartimento sanità e l'Ufficio del medico cantonale a bloccare gli appuntamenti per le vaccinazioni di prossimità.
Intanto gli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) proseguono a Wuhan in Cina le loro indagini sul campo sull'origine del coronavirus, che dovrebbero condurli a siti sensibili. I membri del team si sono recati, sabato mattina, sotto scorta, all'ospedale Jinyintan di Wuhan. Si tratta del primo nosocomio ad aver accolto pazienti affetti da quello che allora era solo un misterioso virus, nella città dove a fine 2019 è scoppiata la pandemia di Covid-19.
A livello di cifre, globalmente, da inizio pandemia si contano oltre 102 milioni di contagi e 2,206 milioni di morti. Gli Stati Uniti rimangono sempre il Paese maggiormente colpito dalla malattia, seguiti da India, Brasile, Regno Unito e Russia.
di Stefano Wingeyer e Diego Moles