“Sono stato arrestato circa una settimana dopo il colpo di stato militare. Mi hanno rastrellato per strada, vicino a casa mia, e poi mi hanno portato in una prigione in una caserma dei carabinieri. Da lì mi hanno poi portato in una base navale e mi hanno liberato dopo una settimana; quando sono uscito hanno iniziato a tenermi d’occhio: casa mia era sempre circondata, eravamo controllati a vista”.
Il ricordo del golpe di 50 anni fa è ancora nitido, negli occhi e nella mente di José Carrasco. Lui, esule cileno, ha subito in prima persona la repressione delle autorità e di quello che sarebbe diventato il regime di Augusto Pinochet, dopo che il generale, esattamente mezzo secolo fa, prese il potere con un colpo di Stato che causò la morte del presidente Salvador Allende e il rovesciamento del suo governo, democraticamente eletto.
Carrasco fu arrestato anche una seconda volta, nel dicembre dello stesso anno: “Dopo avermi fermato mi portarono nell’Estadio Municipal de Concepción, da dove sono uscito dopo due mesi”, racconta ai microfoni della RSI.