Il Gran Consiglio vigila sull’Azienda elettrica ticinese (AET) e indica al Governo quali obiettivi farle seguire. Il Consiglio di Stato controlla poi direttamente la società, in particolare condivide con il consiglio di amministrazione (CdA) la sua strategia. Inoltre l’Esecutivo approva i conti, il bilancio e il rapporto di revisione, e ne riferisce al Parlamento. È quanto dice la nuova legge sull’AET, approvata martedì dal Governo. Lo scopo di riorganizzare AET al cosiddetto diritto d’impresa. Ma non solo.
Nella norma sono precisati i requisiti per la nomina nel CdA. Non possono essere eletti i ministri e i deputati, come pure le persone condannate per crimini o delitti contrari alla dignità della carica e coloro che hanno conflitti d’interessi (il Governo può però derogare).
Secondo il testo l’AET deve rimanere fedele alla sua missione, ovvero quella di coordinare la politica energetica cantonale e di approvvigionare le aziende e le economie domestiche. Inoltre è vietato acquisire quote di partecipazione in centrali elettriche a carbone e in centrali nucleari.
Red. MM