Un chiarimento a Zimex. La richiesta è la principale novità emersa dalla riunione straordinaria del Consiglio di amministrazione di Lugano Airport di mercoledì pomeriggio. I vertici dello scalo luganese vogliono infatti prima di tutto capire il cambio di rotta della compagnia zurighese in merito alla ripresa del volo su Ginevra.
A non cambiare è invece la strategia del CdA sull’aeroporto: si punta alla ricapitalizzazione e al rilancio con ristrutturazione della struttura, in linea con il messaggio municipale. “Solo dopo questa fase – si legge in un comunicato del CdA – e nel corso del 2020 sarà possibile esaminare scenari alternativi, approfondendo fra l’altro l’ipotesi di una concentrazione di Lugano Airport sulla sola aviazione generale (privata ndr), quella dell'apertura del capitale ad azionisti privati e quella di una dismissione controllata e progressiva dell'aeroporto con i necessari ammortizzatori sociali ed economici”. La nota sottolinea pure la comunicazione "apprezzata" da parte di Swiss, che ha esteso il contratto con Adria per il volo Lugano-Zurigo fino al termine del 2020.
Zali: “Niente panico, si va avanti”
Anche il direttore del Dipartimento del territorio e rappresentante del Cantone nel CdA, uscito prima dall'incontro a causa di un impegno, ha confermato la volontà di proseguire perlomeno con il risanamento finanziario. “Se non lo faremo il fallimento della società è dietro l’angolo, con tutte le pesanti ricadute sociali ed economiche che ne conseguirebbero”.
Dal fronte politico si è già nel frattempo però alzato il primo aut aut, che si somma alle parole critiche dei partiti di lunedì (vedi correlati): l’Ufficio presidenziale del PLR luganese ha infatti chiesto ufficialmente il ritiro del messaggio municipale, per ricalibrare poi lo studio dell'Università di San Gallo sullo scenario “aviazione privata”. Qualsiasi ricapitalizzazione sarà ad ogni modo da subordinare “all'azzeramento dell'attuale CdA” scrivono i liberali luganesi.
I dipendenti: “Mai tanta incertezza”
“Siamo pallidi, un po' sbattuti”. “È scoppiata una bomba, sembra che la chiusura sia a un passo”. “C’è sempre stata un po' di crisi e incertezza negli ultimi anni, ma mai come adesso… è il momento più buio”. E ancora: “Sarebbe ora che ne arrivino a una, anche per rispetto verso di noi”. “Lavoro qui da 28 anni e il momento è davvero pesante, per tutti”. “Noi ne sappiamo quanto i passeggeri”. “C’è gente che ha famiglia, casa e figli… abbiamo bisogno del nostro lavoro per tirare avanti”.
Queste sono solo alcune delle voci raccolte sempre mercoledì tra i dipendenti dello scalo, che hanno deciso per la prima volta di parlare. Si parla di una settantina di posti di lavoro tra il servizio rampa sulla pista, sicurezza, accoglienza voli di linea e privati, oltre a diverse centinaia di altri posti che ruotano intorno allo scalo.
CSI 18.00 del 21.08.2019 - Il reportage tra i dipendenti di Alice Pedrazzini
RSI Info 21.08.2019, 20:00
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Mentre quindi i vertici dello scalo cercano di rassicurare sulle strategie future, dall'altra parte la preoccupazione dei lavoratori non è mai stata così alta e la richiesta è sempre pressoché la stessa: serve chiarezza.
Aeroporto, parola ai dipendenti
Il Quotidiano 21.08.2019, 21:30
Lugano Airport non lascia la rotta
Il Quotidiano 21.08.2019, 21:30