Ticino e Grigioni

Calano i frontalieri italiani nei Grigioni

A un anno dall’accordo fiscale con l’Italia, per il governo retico è tempo di primi bilanci e non mancano le preoccupazioni

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Meno frontalieri nei Grigioni, con la nuova tassazione

Il Quotidiano 30.09.2024, 19:00

  • Ti Press
Di: Il Quotidiano, RSI Info 

Nel canton Grigioni, a un anno dall’accordo fiscale con l’Italia, si è passati da oltre 9’100 a meno di 8’600 frontalieri italiani. Il posto di lavoro in Svizzera potrebbe essere diventato meno attrattivo perché le tasse da pagare in Italia sono molto più alte per i nuovi frontalieri. E a Coira non mancano le preoccupazioni.

Il responsabile delle statistiche del Canton Grigioni, Luzius Stricker, ha preso atto dei dati più recenti con un certo stupore: “Si è visto nel secondo trimestre del 2024 che c’è stato un notevole calo del numero di frontalieri impiegati nel Canton Grigioni. E infatti è sceso di oltre 500 persone. È la prima volta dal 2020”.

Mentre nell’edilizia il numero degli occupati con il permesso G cresce costantemente, in altri settori si registra una flessione rilevante. Il terziario perde ben 800 pendolari dalla Lombardia.

“Si è visto adesso che la tendenza del settore degli alloggi e della ristorazione ha caratterizzato l’andamento stagionale del numero di frontalieri”, aggiunge Stricker. “C’è da attendersi comunque che questo effetto si rafforzi ancora negli anni a venire”. Anni nei quali l’economia grigionese avrà bisogno di nuova manodopera: quasi 2 aziende su 3 hanno difficoltà a trovare personale e secondo le stesse imprese la situazione è destinata a peggiorare.

“Noi siamo dipendenti da questi lavoratori della Regione Lombardia”, spiega Martin Bühler, direttore del Dipartimento delle finanze e dei comuni dei Grigioni. “Non serve di parlare di preoccupazioni o degli effetti. La realtà è che abbiamo questo nuovo sistema e che dobbiamo conviverci”.

Una nuova sfida piena di insidie per la ricerca di soluzioni condivise tra Coira e Milano. “Ci siamo messi d’accordo”, prosegue Bühler, “in Governo, ma anche con la Regione Lombardia, di rafforzare il dialogo, di comprendere meglio che cosa succede e che cosa possiamo fare di avere, avere una dinamica positiva nella regione”.

Ma intanto le nuove regole potrebbero raffreddare l’interesse per un posto nei Grigioni. Come spiega Ivan Cameroni, responsabile del sindacato Syna, “la diminuzione del numero di frontalieri italiani nei Grigioni, in questo periodo potrebbe essere in parte dovuta proprio a questo, soprattutto nella confusione che si è generata in questi ultimi tempi sulle modalità di dichiarazione dei redditi prodotti in Svizzera in Italia dai nuovi frontalieri”.

Le stime del sindacato parlano di 8’000 euro di tasse in più all’anno su un salario di 60’000 franchi. Per capire quale sarà l’impatto reale bisognerà aspettare l’anno prossimo, quando arriverà il momento di fare i conti col fisco.

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