"Cari confratelli, davanti alle immagini dei profughi siriani sicuramente anche dentro il vostro cuore deve essere sgorgato il desiderio di fare qualche cosa».
Sono le parole iniziali di una lettera inviata la scorsa settimana dal parroco di Mendrisio don Angelo Crivelli a una trentina di preti della regione, lettera su cui si sofferma oggi il Giornale del Popolo. In sostanza, si tratta di un appello ad aprire le porte di locali o appartamenti appartenenti alla Chiesa ai profughi siriani.
"La lettera è scaturita dalla pancia, dalle viscere - spiega l'arciprete del copoluogo - vedendo le immagini dei profughi che, a centinaia di migliaia, fuggono e vengono stipati nei centri di accoglienza. Se appena abbiamo un po' di cuore e di coscienza sentiamo la spinta, il desiderio di fare qualcosa". Don Crivelli si è chiesto, sull'esempio della generosità che contraddistingue la "nostra gente" davanti ad azioni come quelle della Catena della solidarietà, "perché non possiamo anche noi preti o Consigli parrocchiali mettere a disposizione quello che possiamo o abbiamo?".
Per alloggiare dei richiedenti l'asilo in stabili privati vi sono comunque delle procedure imposte dalla Confederazione che potrebbero raffreddare lo slancio emotivo alla base della missiva: "C'è la disponibilità e credo - sottolinea ancora don Crivelli - vi sia anche anche la possibilità" e ricorda che le parrocchie gestiscono 150-200 appartamenti a basso costo nel Mendrisiotto, alcuni dei quali sono sfitti. Da qui l'appello "molto semplice ad accogliere qualche famiglia siriana".
ab/RG
Dal Quotidiano
27.01.2015: AT PROFUGHI