Ad ogni elezione il copione si ripete. Ci sono candidati al Municipio sui quali i partiti avevano riposto grandi aspettative ma che vengono estromessi - o quantomeno non raggiugono l’obbiettivo prefissato - e altri outsider che invece il seggio lo centrano: festeggiati e mazzolati, in estrema sintesi.
La campagna elettorale, quest’anno, non è forse stata delle più entusiasmanti, ma a bocce ferme qualche sorpresa l’esito del voto l'ha riservata.
Chiasso: tre volti nuovi su cinque
La cittadina è stata teatro di uno scossone, in parte già annunciato dalla partenza di un cavallo di razza come l'ormai ex sindaco Moreno Colombo e del vice Stefano Camponovo. Il dramma si è consumato quasi in ogni partito: nella Lega, con gli assalti al sindacato e al secondo seggio in Municipio, entrambi falliti; nel PLR, orfano di uno scranno, e nella sinistra (US e Verdi) che ha liquidato la sua esponente uscente (e il motivo lo spiega il neo eletto Davide Dosi nel video poco sotto). Ci ha guadagnato il PPD, di nuovo nell'Esecutivo chiassese dopo quattro anni di opposizione schietta e senza tregua.
Bruno Arrigoni, Sonia Colombo Regazzoni, Roberta Pantani Tettamanti, Davide Lurati e Davide Dosi
Mendrisio: il deputato nazionale e quelli cantonali
Il risultato di Marco Romano è la sorpresa del borgo diventato città, distanziato di "sole" duecento schede dal sindaco del suo partito Carlo Croci. Un exploit inatteso anche per il consigliere nazionale PPD, nato, ci tiene a ricordare, proprio nella Via Stella dove domenica sera si festeggiava ancora dopo il tramonto. L'avvicendamento in casa leghista, per contro, ha lasciato l'amaro in bocca all'uscente Massimiliano Robbiani, fattosi da parte per aprire le porte dell'Esecutivo mendrisiense al suo capogruppo in Gran Consiglio Daniele Caverzasio.
Marco Romano, Massimiliano Robbiani e Daniele Caverzasio
Locarno: Scherrer in carrozza
Sulle rive del Verbano i cambiamenti sono stati minimi (il leghista Bruno Buzzini al posto del compagno Silvano Bergonzoli); il sindaco, Alain Scherrer, rimane saldamente in sella.
Alain Scherrer: "Bisognerà tornare a parlare di aggregazioni"
RSI Info 11.04.2016, 01:24
Lugano: niente ribaltone
A Lugano, complici i sondaggi, si pensava potesse succedere di tutto e di più ma invece ha regnato lo statu quo. Il leghista Marco Borradori è stato di nuovo plebiscitato con 13'862 voti personali. Bene pure i compagni Lorenzo Quadri e il capo del finanze uscente Michele Foletti, il quale ai nostri microfoni ha però confidato di aver temuto, per un attimo, che certe decisioni impopolari prese per risanare i conti avrebbero potuto penalizzarlo.
Michele Foletti e Marco Borradori
Felici (o delusi) a metà invece in casa PLR: la sezione Luganese nutriva grandi aspettative nella riconquista del terzo seggio, perso tre anni fa a vantaggio della Lega. Così non è stato ma quello di Michele Bertini, con 13'025 voti preferenziali, è stato il secondo miglior risultato. Ballottaggio? Il giovane liberale-radicale per ora non si sbilancia. Eletto, brillantemente, anche Roberto Badaracco, che tuttavia non nasconde una certa delusione per il mancato ribaltone.
Roberto Badaracco e Michele Bertini
Prima del voto si era parlato anche della possibilità che la socialista Cristina Zanini-Barzaghi venisse estromessa dal compagno di formazione, l’indipendente Jacques Ducry. Così non è stato. Anzi, l’unica donna dell’Esecutivo cittadino ha pure aumentato il risultato personale. La polemica sull'arredo urbano non l'ha scalfita.
Jacques Ducry e Cristina Zanini Barzaghi
Quot/Alessandro Broggini, Ludovico Camposampiero