De Rosa: "Primi segnali di instabilità"

L’agenzia regolatoria del farmaco britannica (MHRA) ha approvato oggi - in anticipo su chiunque altro in Europa - il Molnupiravir, prima pillola indicata per il trattamento del Covid a essere registrata.

La medicina, realizzata e illustrata nelle settimane scorse dal colosso americano Merck Sharp & Dohme in partnership con Ridgeback Biotherapeutics, potrà essere prescritta a chiunque sia testato positivo al Covid e abbia almeno un fattore di rischio legato a un possibile contagio grave come l’obesità, una cardiopatia, il diabete o in genere un’età superiore ai 60 anni.

Per la MHRA, il Molnupiravir è un farmaco “sicuro ed efficace”, in grado di ridurre il pericolo di ricovero in ospedale per persone colpite da forme anche moderate di Covid-19.

Il balzo avanti nella domanda di trasporto ferroviario continua a farsi attendere: complici anche le restrizioni legate alla pandemia, il volume di traffico passeggeri nel terzo trimestre del 2021 è decisamente inferiore ai numeri registrati nel 2019. Si è invece confermata la tendenza alla ripresa nel trasporto merci.

Nel settore del trasporto passeggeri, l’offerta misurata in chilometri percorsi è stata leggermente ampliata (+3,6% rispetto allo stesso trimestre del 2020, +2,7% rispetto al 2019), indica il rapporto trimestrale del Servizio d’informazione del trasporto pubblico (LITRA) pubblicato oggi, giovedì.

Tuttavia, lo sviluppo positivo dell’offerta non si riflette sull’utilizzo del treno da parte degli utenti: il calo espresso in persone-chilometri - l’unità di misura utilizzata per indicare la somma dei tragitti percorsi da ogni persona - si attesta al 27% (a 4,02 miliardi) rispetto allo stesso periodo del 2019, e non si prevede una ripresa a breve termine. Pure le FFS registrano cifre simili: i treni nel traffico regionale e a lunga percorrenza sono attualmente utilizzati in media il 30% in meno rispetto al 2019, scrive LITRA.

La copertura vaccinale in Ticino è buona ma non è sufficiente. E’ quanto hanno affermato, giovedì mattina, le autorità politiche e sanitarie cantonali, che hanno pure reso noto come intendono proseguire nella lotta contro il Covid-19.

Niente carcere preventivo per i tre esercenti del ristorante Walliserkanne di Zermatt (VS), che si sono rifiutati di rispettare l’obbligo di certificato Covid-19 e la chiusura del locale imposta dalle autorità. Il Tribunale delle misure coercitive ha respinto la domanda del Ministero pubblico.

Nella decisione pubblicata oggi, giovedì, la corte ammette che esistono forti sospetti che gli imputati abbiano commesso numerose infrazioni. Tuttavia, non si riscontra alcun motivo particolare per giustificare un simile tipo di incarcerazione. Il Ministero pubblico vallesano ha deciso che non farà ricorso. Per i tre gestori - una coppia e il figlio - domenica mattina erano scattate le manette, poiché si erano rifiutati a più riprese di applicare l’obbligo di certificato Covid-19 all’entrata del ristorante e avevano ignorato la decisione del precedente venerdì del Consiglio di Stato relativa alla chiusura dell’esercizio.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è preoccupata dal ritmo con cui si sta diffondendo il coronavirus in Europa, che potrebbe registrare mezzo milione di morti legati al Covid-19 entro febbraio. L’OMS attribuisce l’aumento delle nuove infezioni a una combinazione tra una copertura vaccinale insufficiente e l’allentamento delle misure imposte contro la pandemia. Sono oltre sei settimane consecutive che il numero di contagi e di decessi quotidiani sono in crescita sul continente, in particolare nelle regioni orientali.

Quanto dura l’immunità al Covid-19? Questa è la domanda chiave di cui si sono occupati alla TV della Svizzera romanda durante l’emissione La Matinale. Gli studi stanno aumentando, ma le risposte rimangono poco chiare. La capacità del corpo di reagire a un virus varia molto da una persona all’altra. Dipende dall’età, dal sesso e da fattori medici. Ci sono molti profili di immunità diversi nella popolazione. Con diversi gradi e durate di immunità.

Dall’inizio della pandemia di Covid-19, la quantità di anticorpi è stata misurata principalmente nelle persone che sono state ricoverate e hanno sviluppato forme gravi della malattia. C’è quindi una mancanza di informazioni sulla risposta dei pazienti più lievi. “I pochi dati disponibili suggeriscono che la stimolazione del sistema immunitario è molto meno vigorosa e quindi le risposte si ridurranno più rapidamente. Nei giovani che hanno un’infezione debole, il virus non persiste abbastanza a lungo per continuare a generare una risposta. È molto difficile generalizzare”, ha spiegato Giuseppe Pantaleo, capo del dipartimento di immunologia e allergia del CHUV durante l’emissione della TV romanda.

Quindi la durata della protezione contro il virus dopo un’infezione naturale è stata sopravvalutata? All’inizio, gli scienziati parlavano di un anno o addirittura di un anno e mezzo. Oggi, l’UFSP raccomanda di vaccinare le persone entro tre mesi dall’inizio della malattia. E questo potrebbe cambiare ancora a seconda di ciò che si osserva nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda la protezione fornita dalla vaccinazione, le cose sono più chiare. L’immunità è generalmente indicata con una durata da un anno a un anno e mezzo. Alessandro Diana, esperto di Infovac, sottolinea che gli studi epidemiologici mostrano che la vaccinazione fornisce una buona immunità, che protegge dalle complicazioni della malattia.

Il servizio completo della RTS (in francese) cliccando qui

Il Robert Koch Institut ha registrato 33’949 nuovi casi di contagio da Covid-19 nelle ultime 24 ore in Germania (6’000 in più rispetto alla scorsa settimana) e 169 decessi. Il numero dei contagi rappresenta un record assoluto dall’inizio della pandemia. Il numero massimo di positivi registrati in 24 ore era stato in precedenza di 33’777 il 18 dicembre scorso. L’indicatore sull’ospedalizzazione, che rileva il carico delle terapie intensive su 100’000 abitanti, è fermo però al dato di ieri (mercoledì) di 3,62, decisamente lontano dal record toccato a Natale scorso quando segnò 15,5.

La legge Covid-19, in votazione il prossimo 28 novembre, è fondamentale per affrontare la pandemia durante l’inverno ormai alle porte. Lo indica un comitato interpartitico composto da esponenti del PS, dell’Alleanza del Centro, del PLR, dei Verdi liberali, dei Verdi e degli Evangelici.

I partiti ritengono il certificato sanitario, l’elemento più discusso della legge, uno strumento molto importante nella fase attuale. Il Covid-pass permette una vita quotidiana quasi normale e previene ulteriori lockdown.

Il comitato ritiene insomma la legge indispensabile per la protezione della salute pubblica. Oltre a creare le basi legali per il certificato sanitario, include anche aiuti economici per i settori colpiti dalla crisi. Questa opinione è anche condivisa dal Consiglio federale, dai cantoni e dalla grande maggioranza delle associazioni economiche svizzere.

Il medico cantonale, oltre a ribadire di continuare a seguire le regole base di protezione contro il coronavirus, ha ricordato che con la stagione fredda “non c’è solo il coronavirus ma anche l’influenza stagionale che va comunque tenuta sotto controllo e di fare la vaccinazione contro la classica influenza. Ciò anche per evitare eventuali sovraffolmenti dei reparti ospedalieri”. Il “mio consiglio è quello di fare tutte e due le vaccinazioni, quella contro il Covid-19 e quella contro l’influenza stagionale”.

Un buon alleato per “ridurre il virus è il vaccino. Non è il caso di cantare vittoria visto che negli ultimi giorni i dati, anche per il Ticino, di nuovi casi è in aumento e quindi bisogna continuare a prestare la massima attenzione e seguire le misure previste per contrastare la pandemia. Oggi, rispetto allo scorso anno, abbiamo il vaccino come arma per combattere il virus”.

Si parla di terza dose quando una persona vaccinata “con due dosi non risulta ancora del tutto immunizzata. Altra cosa è il booster o richiamo che è solo un richiamo e non una dose vera e propria di vaccino” ha specificato il medico cantonale Giorgio Merlani.

L’apertura per le iscrizioni al richiamo per gli “over75” completamente vaccinati è prevista da domani, venerdì 5 novembre tramite la piattaforma online www.ti.ch/vaccinazione (seguire le istruzioni per vaccinati o no, per il tempo necessario dopo dalla seconda dose) o al numero verde 0800 128 128. (All’elenco dei centri va aggiunto quello di Tesserete).

Il farmacista cantonale ha ricordato ancora che “i vaccini utilizzati in Svizzera sono estremamente efficaci e offrono una protezione eccellente contro le forme gravi della malattia, le ospedalizzazioni e i decessi. Nei mesi di settembre e ottobre nella fascia d’età 60-69 anni - è stato ospedalizzato 1 non vaccinato su 700 - è stato ospedalizzato 1 vaccinato su 15’000. La dose di richiamo è generalmente ben tollerata 2.7 milioni di somministrazioni in Israele (fino a metà settembre) indicano una frequenza di effetti collaterali paragonabile alla vaccinazione di base.

Per usufruire della dose di richiamo Zanini ha precisato che la vaccinazione di richiamo può essere somministrata a partire da sei mesi dopo la vaccinazione completa (seconda dose). Si consiglia la somministrazione dello stesso vaccino utilizzato per le prime due dosi. In Ticino, la dose di richiamo verrà somministrata in maniera graduale: case per anziani dal 8 novembre, “over 75” vaccinati con Pfizer dal 15 novembre, over 75 vaccinati con Moderna dal 30 novembre e “over 65” da gennaio prossimo.

Sono 65 i nuovi contagi da coronavirus registrati giovedì in Ticino, il dato più alto dall’inizio di settembre. Sono 7 i nuovi casi registrati nelle case per anziani del cantone, dove sono 9 i residenti attualmente positivi. Allo stesso tempo si è registrato un calo delle persone ricoverate a causa del Covid-19: i pazienti sono 8, due in meno rispetto a mercoledì, due dei quali restano nei reparti di cure intense.

Il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini ha specificato che “per tutte le persone con 65 o più anni è raccomandata la somministrazione di una dose di richiamo. Alcuni studi indicano che nelle persone anziane la protezione vaccinale può diminuire leggermente con il passare del tempo. Questa tendenza si osserva da ottobre anche in Svizzera. La vaccinazione di richiamo serve per continuare a garantire alle persone anziane una protezione ottimale dalle forme gravi della malattia. La terza dose non è invece al momento né autorizzata né raccomandata per le altre fasce d’età.

In conclusione del suo interveto il consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha affermato che la copertura “vaccinale in Ticino è buona, ma non sufficiente”. Ha aggiunto: “la vaccinazione è uno strumento efficace per combattere la pandemia. Da parte cantonale continuiamo a offrire una consulenza e con l’impegno di informare i cittadini in modo che possano decidere liberamente sul da farsi”.

Durante la settimana di vaccinazione nazionale sarà proposta anche l’offerta itinerante da lunedì 8 a sabato 13 novembre.

Durante la settimana di vaccinazione nazionale il cantone, ha detto il direttore del DSS, sarà rafforzata anche la consulenza di cui si potrà approfittare in modo professionale e discreto, sia tramite la hotline cantonale, che in farmacia che durante due serate speciali. I consigli si basano su riservatezza e discrezione, professionalità, consigli su misura, senza appuntamento e completamente gratuiti. Così facendo il cantone spera che coloro che sono ancora indecisi si formino un’opinione per effettuare (o meno) la vaccinazione anti-Covid-19.

Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha affermato che in questi giorni “stiamo ricevendo i primi segnali di instabilità della situazione epidemiologica ma casi positivi e ospedalizzazioni rimangono per ora contenuti. Ma non bisogna abbassare la guardia visto che stiamo andando verso la stagione fredda e con i ritrovi al chiuso il virus si può propagare maggiormente”.

Il Ticino partecipa alla Settimana nazionale di vaccinazione prevista dall’8 al 14 novembre per volere della Confederazione. Il cantone propone anche un servizio di consulenza telefonica, tramite mail, Whatsapp e Messenger e due serate speciali (martedì 9 e mercoledì 10) “Live Chat”. Anche alcune farmacie ticinesi partecipano alla consulenza durante la settimana di vaccinazione.

Nei Grigioni, per il secondo giorno consecutivo, sono stati segnalate più di cento infezioni in 24 ore. Giovedì ne sono state segnalate 108, un dato che non si registrava dalla fine di agosto. Resta invece stabile la situazione negli ospedali del cantone, dove restano ricoverate 22 persone. Sono 5 i pazienti nei reparti di cure intense, 4 dei quali sono sottoposti a respirazione artificiale.

AstraZeneca ha ritirato la domanda di omologazione del suo vaccino in Svizzera che aveva depositato nell’ottobre dell’anno scorso.