Ticino e Grigioni

Di tumore si muore di più se si è indigenti

“Colmiamo il divario”, questo l’invito nella Giornata mondiale contro il cancro per abbattere le disuguaglianze nell’accesso ai servizi oncologici; intervista al Dott. Franco Cavalli

  • 4 febbraio, 19:30
  • 5 febbraio, 15:34
Lo schermo con l'immagine di un tumore al seno

Lo schermo con l'immagine di un tumore al seno

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Di: Seidisera/sdr

Domenica 4 febbraio si è celebrata la Giornata mondiale contro il cancro: è il terzo e ultimo anno della campagna che si intitola “Colmiamo il divario”. Per divario si intendono le disuguaglianze che esistono anche nell’accesso ai servizi oncologici. È un appello rivolto dapprima ai governi mentre rimane accesa, sempre, l’attenzione alla lotta alla malattia anche attraverso la prevenzione e la promozione della ricerca. Molte sono state le iniziative nel cantone in questo giorno speciale e la RSI ha intervistato il Dott. Franco Cavalli, oncologo, presidente della Fondazione per l’istituto oncologico di ricerca e del Comitato scientifico della European School of Oncology.

Dottor Cavalli, cosa vuol dire, in Svizzera, la disuguaglianza nell’accesso ai servizi oncologici?

“Ecco forse bisogna fare una premessa ed è che anche da noi - spiega il medico - come in tutto il mondo povero del sud, ma anche in Europa, sempre di più il cancro sta diventando una malattia soprattutto delle classi più disagiate. Si calcola che in Europa un caso su tre negli uomini, un caso su sei nelle donne, è dovuto al fatto che appartengano alle classi sociali più disagiate. Questo è legato al fatto che fumano di più, mangiano peggio, hanno una vita più difficile, ecc., questo è un primo dato di fatto. L’altro è che anche da noi cominciano a esserci delle disuguaglianze. Per esempio, i nuovi farmaci molto attivi, ma purtroppo molto cari, troppo cari, di solito vengono messi a disposizione prima a chi ha delle assicurazioni complementari private che non a chi ha solo l’assicurazione di base. Ci sono poi una serie di altre difficoltà per chi è meno ricco e c’è un dato molto chiaro che è uscito dal Registro dei tumori di Ginevra, nel quale hanno fatto uno studio sul cancro della prostata in relazione alla ricchezza delle persone: il risultato è, in breve, che il 10% più ricco della popolazione maschile di Ginevra con un cancro alla prostata vive il doppio rispetto al 10% più povero”.

Prevenzione, accesso alle cure e costo dei farmaci, suggerimenti per abbattere le disuguaglianze

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Incide in qualche modo sulle disuguaglianze anche il tema della prevenzione, ossia il fatto che per pagare meno i premi di cassa malati si alzano le franchigie e di conseguenza si evitano controlli che sarebbero in realtà necessari?

“Assolutamente. Nell’ultimo anno mi sono stati riportati almeno 4 o 5 casi di pazienti relativamente giovani, dove la diagnosi è stata fatta decisamente troppo tardi perché quella persona, avendo una franchigia alta, per troppo tempo non è andato a farsi vedere. Questo è un dato di fatto non solo in oncologia, è stato riportato anche in cardiologia, il fatto dell’esplosione dei premi delle casse malati per cui sempre più gente sceglie una franchigia alta sta avendo delle conseguenze veramente nefaste per molte persone”.

Fasce ricche, meno ricche, povere: abbiamo detto che ci sono divari anche in Svizzera. Nel resto del mondo questa doppia o tripla velocità della medicina o dell’accesso alle cure quanto è visibile?

“Posso fare un esempio: da noi i tumori maligni pediatrici, cioè nei bambini e nei giovanissimi adulti, li guariamo oggi nell’80-85% dei casi, forse anche un po’ di più. La media delle guarigioni nei bambini con cancro nei Paesi del sud del mondo è attorno al 10-15%. Si calcola che ogni anno circa 100’000 bambini con un cancro muoiono perché vivono in Bangladesh o nelle Filippine, non in Svizzera. Questo per quanto riguarda il cancro dei bambini, ma vale anche per il tumore al seno della donna, dove noi oggi qui curiamo perlomeno il 70-75% dei casi, mentre nei paesi dell’Africa se ne guariscono il 5%. Ci sono delle disuguaglianze enormi in questo settore”.

Per riprendere anche il titolo della campagna della Giornata mondiale contro il cancro, c’è modo di ridurre queste disuguaglianze ed eventualmente com’è possibile?

“A livello svizzero - conclude il medico - i passi più importanti sono abolire queste franchigie elevatissime che provocano poi un decorso peggiore di queste malattie, ridurre il costo dei farmaci e investire molto di più nella prevenzione. Purtroppo anche da noi si investe troppo poco nella prevenzione. A livello mondiale il discorso è grandissimo, ma diciamo che i due punti forse più importanti sono prima di tutto quello dell’accesso ai farmaci e alle terapie. Metà delle nazioni dell’Africa non ha neanche un apparecchio di radioterapia, noi in Svizzera abbiamo 36 centri. Poi c’è il costo dei farmaci. Ci sono infatti centinaia di migliaia di pazienti con cancro che muoiono nel mondo perché non hanno accesso ai farmaci”. Cavalli infine, come secondo punto, sottolinea la necessità di investire nella prevenzione e nell’uso di quelle vaccinazioni che in una serie di tumori possono fare la differenza, per esempio quello del tumore del collo dell’utero, che è frequentissimo nei paesi poveri.

SEIDISERA 18.00 del 04.02.24 -Intervista al Dott. Franco Cavalli

RSI Info 04.02.2024, 18:53

Giornata mondiale contro il cancro

Telegiornale 04.02.2024, 20:00



 

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