Diciassette operai che si trovavano all’interno di un capannone di un’impresa edile italiana con sede anche in Ticino situato a Germignaga, non lontano da Luino, sono stati evacuati mercoledì sera a causa del maltempo. La notizia è stata resa nota dal quotidiano varesino La Prealpina, secondo il quale i collaboratori dell’azienda si sono ritrovati sommersi da mezzo metro d’acqua all’interno dell’edificio in disuso dotato di un impianto elettrico precario che rischiava di provocare un disastro.
Gli operai sono stati messi in salvo dalle acque del torrente Margorabbia esondato dalla polizia italiana e dai pompieri. Si tratta di persone di varie nazionalità (tra cui uno svizzero) rivelatesi poi tutte irregolari: quotidianamente venivano portati in Ticino a lavorare in nero. Il proprietario dell’impresa, un italiano, si è giustificato citando gli effetti della crisi economica.
L’imprenditore a cui appartiene il tutto è già noto alle forze dell’ordine italiane. La Prealpina non esclude che si tratti di vittime di una attività di caporalato fatta sfruttando l'indigenza di chi è rimasto senza lavoro e fors'anche delle loro famiglie. All'interno del capannone sono stati trovati anche giocattoli.
Red. MM/EnCa
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