Dal prossimo autunno le guardie svizzere si formeranno non solo in Vaticano, ma anche in Ticino. Si tratta di una piccola rivoluzione per una tradizione rimasta identica per più di 500 anni.
La formazione avverrà in un modo diverso rispetto a come si è svolta finora, ha spiegato alla RSI Urs Breitenmoser, sergente della Guardia pontificia: prima di prestare servizio a difesa di Papa Francesco, le aspiranti guardie si recheranno in Vaticano per i test fisici e i controlli di routine, ma poi verranno formate in Ticino dalla polizia cantonale in materia di sicurezza.
Un scelta che permetterà alle reclute di rafforzare anche le conoscenze dell’italiano, lingua ufficiale del corpo.
Si tratta di un progetto sperimentale che prenderà il via il prossimo autunno, spiega ancora Breitenmoser. La formazione nella Svizzera italiana durerà circa un mese, dopodiché – tornati in Vaticano – si continuerà per altri cinque mesi con la formazione classica: alabarda, marcia, servizio di rappresentanza e ulteriori lezioni della lingua di Dante.
CSI/ludoC