Due costole rotte da un pugno e poi minacce di morte, insulti, umiliazioni. Il terrore di essere uccisa. Fino alla fuga in una struttura protetta, per nascondersi dal carnefice, l’ex compagno, che continua a cercarla. Succede in Ticino, oggi, dove le telecamere della RSI hanno raccolto la coraggiosa testimonianza di Anna (nome di fantasia).
Oltre 1'000 denunce all'anno, donne le più colpite
Le recenti statistiche rimangono impietose e confermano l’impennata registrata dal 2018 in poi in Ticino, quando le denunce per violenze domestiche sono passate da 500/800 all’anno a oltre 1'000. Nel 2020, sui 1'104 interventi delle forze dell'ordine, ben 199 hanno avuto un seguito penale, con l'intervento della polizia giudiziaria. Tra le aggressioni più gravi registrate tra coniugi o conviventi, le più colpite rimangono le donne (75 gli uomini allontanati con decreto d'ufficio a fronte di 7 donne). Il trend va a confermarsi anche per il 2021.
La punta dell'iceberg e la paura di denunciare
Dati impressionanti, anche perché gli esperti sostengono che emerga solo il 20% dei casi. E il numero stabile di denunce (dato in controtendenza rispetto agli altri cantoni e ai Paesi vicini), raccolte dalla polizia ticinese durante i mesi di lockdown, non deve trarre in inganno: le donne continuano ad avere paura di denunciare alle forze dell’ordine, spiegano, tra l’altro, le associazioni che tutelano le vittime.
Un dramma trasversale, nessuna è al sicuro
La violenza nei confronti delle donne colpisce trasversalmente tutti i ceti sociali, anche se, evidentemente, diventa un fardello più penoso per chi non può permettersi un avvocato, dipende anche economicamente dal partner, non può contare su una rete di relazioni o amicizie. E le denunce, spiega Carrara, si riscontrano quasi in egual misura tra famiglie svizzere (464 interventi nel 2020), miste (338), straniere (302).
Poche leggi per combattere la violenza domestica
Il Quotidiano 18.05.2021, 21:00